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Il cimitero sull’isola di San Michele

Adagiata sulla laguna di Venezia l’isola di San Michele è tra i cimiteri più caratteristici d’Italia. Venne fatto costruire nel 1804 su indicazioni dell’invasore Napoleone Bonaparte. In quel periodo l’uso dei sagrati e delle chiese per seppellire i morti era diventato una consuetudine, ma il numero troppo elevato dei sepolcri sparsi in ogni luogo d’Italia era degenerato e non poteva protrarsi oltre per il rischio di diffondere gravi malattie infettive.

Puntuale, alle 9,00, si apre il cancello del cimitero di San Michele a Venezia. È un’isola, tra le tante di questo particolare lembo d’Italia, che abbiamo raggiunto con il vaporetto da Fondamente Nuove ed è collocata lungo il canale di San Cristoforo che collega Venezia a Murano. Una visita inusuale per dei turisti che si trovano in vacanza nella città considerata la più bella del mondo. Forse è proprio per andare oltre le visite ai soliti monumenti e alle apprezzatissime piazzette e chiese che pensiamo possa riservare singolari interessi.
Il primo insediamento eremitico viene attribuito ai monaci camaldolesi dell’Ordine di San Benedetto (congregazione monastica cattolica fondata tra il 1024 e il 1025 da San Romualdo, monaco benedettino) e risale al 1212 (soppresso nel 1811 per decreto napoleonico e ripristinato monastero nel 1829 con i Frati Minori Francescani Riformati).
Suggestivo è il muro perimetrale in mattoni rossi che abbraccia tutta l’area e si sviluppa su una pianta a croce greca inserita in un quadrato.

Nel 1804 Napoleone individuò l’isola di San Cristoforo della Pace, posizionata di fronte alle Fondamente Nuove, per realizzare il cimitero cittadino, (decreto di Saint-Cloud). Nel 1939, per questioni di spazio, il Comune acquistò e trasformò l’isola di San Michele nell’attuale cimitero unendo, tramite interramento, l’isola di San Cristoforo a quella di San Michele. Un lavoro il cui progetto venne realizzato nel 1858 dall’architetto Annibale Forcellini.In alcuni scritti che parlano di questo luogo lo si vuole riportare con un’atmosfera un po’ tetra, come l’immagine di qualsiasi cimitero. Non crediamo, però, sia la suggestione corretta. Certo, dipende dall’animo con il quale ci si avvicina e ci si addentra per visitare i cimiteri, ognuno dei quali ha le sue leggende, le tombe di celebri ospiti, le sculture di un certo pregio e naturalmente cappelle di ogni ordine e grado architettonico. In questo camposanto, per esempio, si parla del mistero del corpo di suor Vittoria Gregoris qui sepolta, della quale, una volta riesumata, non si trovò la salma, ma solo pezzi di stoffa e un rosario. Sembra che lei lo avesse predetto prima di morire. Abbiamo domandato a qualche residente per capire a che scopo tutto questo, ma inutilmente.
Per le visite, solo nei giorni dedicati alla commemorazione dei defunti, per la prima volta quest’anno, è stato costruito un ponte di ferro lungo 407 metri che collega Fondamente Nuove all’isola di san Michel e che ne ha sostituto uno precedente formato da una serie di barche. Attraversarlo è stato suggestivo e per comprenderne la singolarità del camminamento affidiamo il tutto alla vostra immaginazione o ad una vacanza in questo periodo.
Il territorio dove riposano i morti è un bel giardino, a scacchi, tenuto bene, con alti cipressi, orti, chiostri, statue, aiuole, cappelle gentilizie e tombe di notevole pregio, di stile neo-classico, neo-rinascimentale e liberty. 

Lapidi, Cappelle, Monumenti e Tombe di elevato interesse artistico accolgono le spoglie di tanti celebri personaggi, tra i più recenti e conosciuti, abbiamo individuato quelle di Igor Stravinskij, Virgilio Guidi, Helenio Herrera, Ezra L. Pound, Lauretta Masiero.

Bruna Fiorentino

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