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Arte & Cultura

I Giardini di Ninfa, un ritorno alla naturale bellezza del mondo

I Giardini di Ninfa, un ritorno alla naturale bellezza del mondo
Due donne hanno creato l’eden: il Giardino di Ninfa
Tra i Giardini più fotografati, visitati, apprezzati, meritano tutto il successo che hanno ottenuto e dietro il loro successo quello di due donne che li hanno creati e della Fondazione che li gestisce.
Entrare nel giardino di Ninfa è come fare un tuffo dentro un romantico dipinto ottocentesco, non ha importanza che stagione sia, il fascino non cambia, ma soprattutto la meraviglia accompagna ogni momento dell’anno e del giorno con le piante che fioriscono, sfioriscono, crescono, appassiscono e la luce del sole che declina sfumature e prospettive sempre diverse durante la giornata.
Ad occuparsi degli 8 ettari di natura è la Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta colui che creò questo splendido parco assieme alla moglie Marguerite e alla figlia Lelia. In realtà il giardino ha una lunga storia alle spalle legata alla nobile famiglia dei Caetani da Sermoneta, ma fu proprio Roffredo a voler sistemare questo luogo assieme alla compagna giornalista e collezionista d’arte Marguerite Chapin originaria da Waterford nel Connecticut.
Proprio Marguerite volle dare l’aspetto di un giardino all’inglese alla proprietà dei Caetani e la sua eredità fu portata avanti ancora meglio dalla figlia Lelia che lo fece diventare anche luogo di incontro di letterati, intellettuali e politici. Lelia si dedicava soprattutto alla pittura con buon successo tanto che le sue opere sono state collezionate da Balthus, Picasso e dalla famiglia Agnelli, ma fu anche musa ispiratrice per artisti come Derain ed Vuillard. Numerosi furono gli scambi con gli intellettuali dell’epoca che discutevano con lei sulla salvaguardia dei beni storici e del paesaggio nell’immediato dopoguerra; un momento che aveva devastato l’Italia e da cui nasceranno, diversi anni più tardi, le associazioni nazionali che ancora oggi promuovono la tutela del patrimonio naturalistico.
Oltre alle tante specie vegetali che i Caetani hanno collezionato nei loro viaggi all’estero e che qui convivono in totale simbiosi, si incontrano ruderi di edifici più o meno grandi tanto che passeggiare in questi viali riporta ad una dimensione fuori dal tempo.
Fiumi, cascate, rovine, collinette, boschetti, radure, ponti e viottoli vivono in perfetto equilibrio naturale e addirittura iconografico perché in qualsiasi direzione si guardi tutto è sempre impeccabile e armonioso come in un quadro appena dipinto.
Il rumore del fiume che scorre è sempre presente con le tante, piccole cascatelle artificiali che lo animano ed è sempre accompagnato, nel suo cammino, da ogni specie di piante e fiori acquatici.
Gli edifici dentro al parco sono perlopiù abbandonati e comprendono il vecchio castello nato attorno ad una torre e poi adibito a prigione, qualche mulino, alcuni ruderi di case e anche parte di una chiesa in cui si scorgono due affreschi dipinti sull’abside.
È uno dei giardini d’Europa più belli e noti, a pochi passi dal Circeo, e oasi protetta dal WWF perché scrigno di specie floristiche rare e casa abituale di molte specie di uccelli. Dal 2000 il Giardino di Ninfa è anche Monumento Naturalistico ed è vistabile da maggio a novembre con consiglio di prenotazione.
I giardini sono gestiti dalla Fondazione Roffredo Caetani, una Onlus istituita da Lelia Caetani prima di morire, nel 1977. Lelia non ebbe figli e con lei la dinastia dei Caetani si estinse, ma affidò alla Fondazione che porta il nome di suo padre, sia il Giardino di Ninfa che il Castello di Sermoneta affinché continuassero a vivere ed essere visitati.
Perché si chiama Ninfa? Secondo la leggenda fu il nome che i Romani diedero a questo isolotto sul lago perché, si diceva, fosse la casa delle ninfe. Poi il centro urbano che ne nacque, chiamato da sempre Ninfa, rivestì una discreta importanza fino ad essere distrutto dai saccheggi delle guerre di fazione alla fine del Trecento. Caduto in abbandono fu coperto da una fitta coltre di vegetazione che iniziò a farlo sparire. Un primo recupero come semplice giardino avvenne nel corso del 1500, ma l’odierna disposizione la si deve all’opera dei Caetani nei primi anni Venti del Novecento.
Per informazioni: www.giardinodininfa.eu

Federica Candelaresi

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