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I Cavalieri dello Zodiaco debuttano su Netflix

“Saint Seya”, conosciuto in Italia con il titolo “I Cavalieri dello Zodiaco”,  è un manga nato nel 1985 dalla penna di Masami Kurumada. Sin dal suo debutto ha riscosso un enorme successo ed è stato largamente apprezzato in tutto il mondo. La Toei Animetion produsse la serie televisiva animata tra il 1986 e il 1989. Da allora la sua fama non è mai tramontata e sono stati prodotti gadget, videogiochi, libri, live action e vari remake.

Due anni fa la Netflix aveva annunciato l’intenzione di produrre un remake in grafica 3D che puntasse ad attrarre l’attenzione delle nuove generazioni. Contrariamente alle aspettative della compagnia, i fan storici presero molto male la notizia ed è facile immaginare il perché: chi progetta i remake, infatti, tende ad apportare modifiche che spesso finiscono con lo svilire trama e personaggi e gli sceneggiatori del remake in questione hanno già iniziato col piede sbagliato trasformando il personaggio di Andromeda in una lei.

Il 19 Luglio di quest’anno il già tanto contestato remake ha debuttato su Netflix in contemporanea mondiale. Sono stati rilasciati sei dei dodici episodi previsti per la prima stagione. La nuova versione inizia dall’infanzia di Seya, il quale vive con la sorella. Quest’ultima viene rapita da un gruppo di mercenari che irrompe nella loro abitazione e sarà proprio questo traumatico episodio a far maturare nel bambino l’idea di diventare un guerriero e cercare la sorella.

Da queste prime puntate si nota che l’adattamento è stato fatto in maniera frettolosa: manca il pathos che caratterizza la serie originale, i combattimenti sono privi di impatto emotivo perché “ripuliti dalla violenza”. Insomma, bella la grafica, i dettagli delle armature e l’animazione dei modelli in 3D, ma dov’è la sostanza?

A questo punto, probabilmente, il problema non è dei fan che si lamentano sempre perché troppo legati ai ricordi e incapaci di accettare cambiamenti e novità. Forse il problema sta nella pratica discutibile delle aziende di riciclare e rimescolare prodotti già sfruttati per puntare sul guadagno sicuro anziché proporre qualcosa di completamente nuovo. E di buon materiale su cui ancora non sono state investite risorse ce ne sarebbe in abbondanza.

Yami

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