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Economia, quando l’e-commerce cambia i consumi

A rendere sempre più appetibile per le aziende l’approdo in un mercato potenzialmente globale, sono proprio le nuove abitudini d’acquisto e di ricerca dei consumatori. Secondo una ricerca di Casaleggio Associati, la diffusione dell’online nella popolazione italiana ha toccato il 74,7% nel mese di dicembre.

Il Covid 19 accelera le vendite sugli e-commerce, penalizza le attività fisiche, certifica un cambiamento di tendenza dei consumi: il web è il luogo preferito per il business.
A rendere sempre più appetibile per le aziende l’approdo in un mercato potenzialmente globale, sono proprio le nuove abitudini d’acquisto e di ricerca dei consumatori.
Secondo una ricerca di Casaleggio Associati la diffusione dell’online nella popolazione italiana ha toccato il 74,7% nel mese di dicembre.
Ma se essere online è un fattore non più derogabile, la sola presenza sul web è tutt’altro che sufficiente. Sono almeno due gli studi autorevoli che lo dimostrano. Il primo compilato da ISTAT, secondo il quale, il 33% degli e-commerce fallisce nel primo anno di attività, e ancora una Survey condotta da Cristina Andreetta, consulente di trasformazione digitale sostenibile, che rivela come il 77% delle aziende italiane non ha una strategia chiara per quel che riguarda le vendite online.

Secondo Mik Cosentino, affermato imprenditore digitale e fondatore dell’azienda Infomarketing X, le ragioni di questi dati poco confortanti risiedono, innanzitutto, “in fattori di carattere culturale, come la storica reticenza che tuttora persiste in Italia, attorno a tematiche legate al mondo digital.
Il fatto che molte imprese fatichino ad ottenere risultati con il proprio e-commerce non significa che il mezzo sia poco efficace, ma piuttosto che c’è una mancanza di strategie adeguate alla base dei progetti che vengono lanciati online”.
Con Mik Cosentino approfondiamo l’e-commerce, nelle sue declinazioni economiche che influenzano i consumi.

L’e-commerce in che modo influenza la modalità dei consumi?
La pandemia ha determinato un’esplosione del commercio elettronico; ne sono un esempio lampante Amazon, ma anche le piattaforme audio-video che hanno visto impennare i propri ricavi, complice il fatto che le persone per molto tempo sono state vincolate a casa, quindi più legate a tablet e smartphone. L’online diventa sempre più il luogo dove ricercare sia informazioni prima di effettuare un acquisto, sia l’ambiente dove soddisfare la propria sete di acquisti, restando comodamente seduti a casa. Questa esplosione dell’e-commerce, nella sua accezione più ampia, ha determinato un aumento esponenziale di informazioni disponibili e una conseguente diminuzione della capacità di attenzione dei consumatori stessi. La concorrenza è sempre più spietata. Quindi oggi, se da un lato la pandemia ha accelerato la propensione delle persone ad acquistare online, riducendo anche i tempi decisionali, dall’altro impone alle aziende e ai professionisti di sapersi differenziare, per emergere dal mare magnum del web. Proporsi con i giusti contenuti, trasmettendo in modo chiaro il loro valore aggiunto, queste sono le chiavi vincenti per sfruttare a proprio vantaggio questo nuovo trend ed evitare di essere schiacciati dalla concorrenza”.

Le strategie da adottare per la vendita online stravolgono il marketing. Che nuovo paradigma economico stiamo vivendo?
La vendita online è accessibile a tutti e soprattutto riguarderà qualsiasi tipo di prodotto o servizio: Elon Musk ad esempio prevede online la nuova Tesla, così come altri imprenditori potranno vendere qualsiasi cosa. Ma il marketing oggi, così come comunemente inteso – ovvero mettere il giusto prodotto davanti al giusto pubblico con il messaggio più corretto – a mio avviso è morto. In questo momento il marketing migliore è l’infomarketing, o meglio ancora l’info first marketing. Infomarketing è la vendita di informazioni: consulenti, professionisti che vendono le proprie competenze online attraverso videocorsi, corsi, seminari. L’Info-first marketing è il marketing che si basa sulle informazioni da veicolare ai consumatori prima ancora che l’acquisto vero e proprio abbia luogo. Oggi più sei in grado di creare la giusta informazione, al giusto pubblico, catturare l’attenzione, educare, intrattenere per poi convertire in vendite, attraverso gli strumenti più corretti del digital marketing, più avrai successo. Le stesse piattaforme di adv tra l’altro si stanno digitalizzando, proprio per questa ragione. Sky, ad esempio, dà la possibilità di registrare la propria azienda e il proprio prodotto per realizzare una pubblicità che poi andrà in tv; questo genere di possibilità prima veniva offerta da Google, Youtube o Facebook”.

I commercianti come dovranno adeguarsi al cambiamento nel futuro prossimo?
I commercianti, intesi come tutti coloro che vendono attraverso e-commerce, quindi sia prodotti che servizi, non possono più restare fermi: la vendita one shot a freddo non esiste più. Le persone, oggi, prima di acquistare vogliono conoscerti, capire cosa fai, mettersi in contatto con te, capire se il prodotto-servizio è davvero risolutivo per le proprie esigenze. Creare un ecosistema di informazioni per agevolare le persone verso l’acquisto dei propri prodotti o servizi è la strada da percorrere”.

Francesco Fravolini

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