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Covid, preoccupa la crisi nello sport

Antonio Erario: «Un anno vissuto lontano dai nostri impianti rischia di aumentare questo gap a sfavore dello sport ma soprattutto della salute». C’è l’esigenza di riprendere le attività in sicurezza per valorizzare una buona educazione ai giovani.

La formazione registra pesanti disagi a causa dell’emergenza sanitaria del Covid-19. Dalla scuola fino ad arrivare alle discipline sportive è stata compromessa la socialità ai più giovani. Nell’attuale momento storico è impossibile realizzare lezioni a scuola, senza dimenticare gli avvenimenti sportivi. Non c’è alcun dubbio che sia presente una crisi economica in diversi asset della società come il turismo, l’intrattenimento, l’arte ma la formazione è seriamente penalizzata. Non c’è soltanto la scuola come insegnamento tradizionale per garantire una crescita culturale agli adolescenti; sappiamo perfettamente come lo sport sia un elemento complementare per i ragazzi, al fine di assicurare una maturazione e una educazione più completa. Le discipline sportive sono un momento di confronto tra i giovani e diventano occasioni di socializzazione.     

Sport e salute   

«La situazione più drammatica della storia recente, affermazione scontata ma che ha bisogno di un approfondimento. Viviamo un’epoca che prima del Covid – commenta Antonio Erario, Presidente della Presidente della Lega Imprese Sportive (Associazione di Categoria) (https://legaimpresesportive.it/) – ci poneva una serie di interrogativi su come stimolare la nuova generazione nei confronti dello sport, spingerla verso una maggiore attività fisica a discapito dell’esasperato utilizzo dei social, anziché dei videogames. Un anno vissuto lontano dai nostri impianti rischia di aumentare questo gap a sfavore dello sport ma soprattutto della salute. Proprio tra sport e salute (come la nota S.p.A. del Ministero) non dovrebbe esistere alcun tipo di compromesso, è sbagliato soltanto pensarlo. Anzi, i nostri centri potrebbero diventare un presidio sanitario fondamentale, dovremmo iniziare ad instradare dei progetti con ogni scuola presente sul territorio e rafforzare questo importante binomio. Lavoreremo con grande intensità su due binari: riconoscere scientificamente i “non rischi” dello sport in era Covid (prima che sia troppo tardi) e farci sostenere con ristori concreti per l’impiantistica di base e gli sport amatoriali. Abbiamo categorie totalmente escluse e dimenticate. Per questo motivo abbiamo un grande spirito collaborativo e il prossimo incontro con il Dott. Pierro, Capo Dipartimento del Ministero dello Sport, è un grande punto di partenza: la nostra esperienza e le nostre idee potranno garantire una nuova identità al nostro settore».

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Francesco Fravolini

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