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Coronavirus: per quanto si rimane infettivi?

Oltre alla questione sull’immunità, un altro dei grandi dubbi portati dal nuovo coronavirus sono le tempistiche di contagio. Ossia: per quanto tempo si rimane infettivi dopo la guarigione? Su questo, Giovanni Maga, il direttore dell’IStituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, ha esposto la situazione attuale delle conoscenze mediche commentando il caso di Paulo Dybala, risultato positivo al Covid-19 quasi 40 giorni dopo il primo test in cui è risultato positivo.

Giovanni Maga ha dichiarato che:

Non è chiaro quanto le persone che risultano positive al nuovo coronavirus per un periodo di tempo prolungato o meno siano infettive. È certamente un aspetto epidemiologico da valutare e seguire con grande attenzione”.

A quanto riferito da Maga, infatti, per alcuni pazienti, anche se in numero ristretto, i test non sono risultati negativi anche molto tempo dopo la scomparsa dei sintomi dell’infezione. Risultando positivi anche dopo 15-20 giorni dalla scomparsa totale dei sintomi.

Tuttavia, si tratta di un tratto comune anche in altre infezioni. Maga, infatti, riferisce che:

Anche in altre infezioni [è noto] che non tutti i soggetti sono in grado di eliminare completamente il virus e una non perfetta eliminazione del virus, che magari permane a bassi livelli, è anche probabilmente all’origine di quelli che sono stati dapprima identificati come re-infezioni e che invece, con tutta probabilità, sono riattivazioni del virus che non era stato completamente eliminato dal sistema immunitario”.

Questa dichiarazione, quindi, avvalora anche la tesi dell’immunità post-infezione, in quanto considera le re-infezioni trovate nella popolazione come un caso in cui il virus era ancora lì, ma sopito.

Domenico Attianese

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