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In evidenza Viaggio nell'Italia della memoria

Castellaro Lagusello, un paesaggio virgiliano

Il nome di questo borgo è una sua fedele descrizione: Castellaro deriva da “castelliere”, ossia la cinta muraria senza abtiazioni all’interno, e “lagusello” deriva dal fatto che è affacciato su un piccolo lago.
Una descrizione semplice, ma che descrive alla perfezione l’anima di questo luogo, visto che le prime tracce di insediamenti si ritrovano nell’età del bronzo ed erano, parallelamente, le stesse tipologie di insediamento: delle palafite intorno al lago. La prima volta che il luogo, anche se non direttamente, viene citato in un documento è nel 1145, in un documento di Papa Eugenio dove parla della “plebem de Castellaro” come di pieve dipendenti dalla diocesi di Verona. Da lì in poi un gran numero di passaggi della piccola cittadina: Gian Galeazzo Visconti, Francesco Gonzaga, di nuovo a Visconti e poi di nuovo ai Gonzaga. Una vita tribolata che si assesta solo nel 1815, quanto Castellare entra ufficialmente nel Regno del Lombardo-Veneto e, poi, nel Regno d’Italia.
Si arriva in questa piccola perla nascosta in 15 minuti dopo aver lasciato l’autostrada Milano-Venezia, 15 minuti che separano la civiltà moderna da qualcosa di più antico, che ricorda i carmi virgiliani.
A livello di architettura storica, sono state conservate le mura guelfe, l’antica pavimentazione e monumenti storico come la torre dell’orologio, la chiesa barocca di San Nicola o villa Arrighi, una delle antichità più moderne, risalente all’800.
Il tratto caratteristico di Castellaro Lagusello è, ovviamente, il piccolo lago a forma di cuore, un vero paradiso naturale che la regione Lombardia ha sottoposto a salvaguardia molto stretta, facendo parte del Parco Naturale del Mincio.
Se desiderata passare qualche giorno in un’atmosfera agreste e dimenticata, nella natura incontaminata, non c’è un luogo migliore di questo.

Domenico Attianese

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