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Arte & Cultura

Il padrino 50 anni dopo: l’ambizioso di progetto nelle sale

A 50 anni ma come nuovo, se non meglio: “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, di cui Hollywood celebra il 15 marzo il 50esimo anniversario, e’ uscito questo fine settimana in una nuova edizione meticolosamente restaurata che ha rimosso interferenze del tempo, imperfezioni, macchie, graffi, strappi e altre usure provocate dal passare del tempo.

Il desiderio era riportare il film tre volte premio Oscar allo stato del suo primo ‘red carpet’ senza intaccare il fpeculiare aspetto “noir”.

Il film tre volte premio Oscar, capolavoro di scala mondiale, torna come nuovo nelle sale nonostante sia passato mezzo secolo dal debutto al cinema, proiettato in Italia dal 28 febbraio al 2 marzo nelle sale.

L’obiettivo del progetto, ha detto Coppola al ‘New York Times’ in una delle tante interviste che hanno accompagnato le ‘nozze d’oro’, era di Per il regista, quel film sull’ascesa e la caduta della famiglia Corleone resta uno dei piu’ amati della sua lunga carriera:

Coppola all’epoca era all’epoca semi-sconosciuto: la scelta della Paramount, che aveva comprato i diritti del romanzo omonimo di Mario Puzo, finì su di lui dopo una serie di clamorosi e famosi ‘no’, tra i tanti Sergio Leone. Fu quasi per disperazione e per ragioni economiche (costava poco) che la scelta alla fine cadde su Coppola che apparteneva alla generazione dei “nuovi leoni” come George Lucas e Martin Scorsese. Il regista accetto’, a patto di avere con se’ Marlon Brando e Al Pacino. “Dovete capire, da cineasta, non sapevo veramente come fare ‘Godfather’. Ho imparato a fare ‘Godfather’ facendolo”, ha detto al ‘New York Times’.

Egli giura di non essersi  mai stancato di guardarlo.

In questo film compaiono per la prima volta al pubblico senza tabù termini come “consigliori”, “mandamento”, “picciotto” che anni dopo le rivelazioni ai maxi-processi di mafia rivelarono reali. Indimenticabili frasi della sceneggiature sono passate a lessico globale, come “l’offerta che non si puo’ rifiutare” e “lascia le pistole e porta i cannoli”.

E poi la musica di Nino Rota, le ombre della cinematografia di Gordon Willis ricostruita in quasi 5 mila ore in laboratorio di restauro e la revisione di ogni fotogramma.

 “La Paramount era impreparata per il successo: improvvisamente si trovarono a doverlo proiettare a New York in cinque cinema contemporaneamente perche’ c’era tanta richiesta e poi in tante sale in tutto il mondo”, raccontava il regista: “Ma anziche’ pensare a preservare il negativo originale, lo logorarono usandolo per ricavarne tante copie. E a forza di essere usate, le copie cominciarono a non esser piu’ come avrebbe dovuto essere il film”.

Buon ritorno agli antichi fasti, allo splendore e alla sua sempiterna bellezza.

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