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Apricale, il borgo medievale con il castello della Lucertola

di Bruno Cimino

Sebbene nel territorio dove oggi sorge il piccolo comune di Apricale (Imperia), siano state rilevate tracce di presenze preistoriche dell’uomo, rinvenute nelle località Pian del Re (Cian de u Re) e “Carsete d’Arnadun”, è nell’età del bronzo (1600 – 500 a.C.) che iniziano a stabilirsi comunità di famiglie nomadi (gli antichi Liguri?).

Diversi secoli dopo, durante l’Alto Medioevo, grazie alla costruzione di un castello con torre a base quadrata, edificato dai Conti di Ventimiglia, inizia l’insediamento di una piccola civitas, amministrata secondo le leggi stabilite da Berengario, Re d’Italia e imperatore del Sacro Romano Impero. Fu costui, difatti, a concedere le prime autonomie, necessarie alla difesa dei piccoli e grandi centri urbani.

La Liguria iniziò ad essere preda dei corsari islamici a partire dall’806, ma è nel X sec. che gli storici segnalano frequenti e numerose incursioni. In quel periodo, una delle basi militari musulmane (in prevalenza andaluse), da dove venivano preparate le scorribande, è annidata, secondo le cronache, a Frassineto (attuale La Garde-Freinet).

L’allarme per i costanti attacchi durò per anni e spinse i Conti di Ventimiglia a edificare una fortezza, su un sperone di roccia situato tra le zone più impervie della Val Merdanzo e della valle del Nervia. Il luogo prescelto fu quello di Apricale (dal latino apricus, “soleggiato”, oppure apri callis, “sentiero del cinghiale”).

Il primo documento sulla fondazione del borgo apricalese, legato alla costruzione del castello, risale all’anno 1092, con il nome di Avrigallus.

Il Castello dei Conti di Ventimiglia o della Lucertola, così come ogni fortezza destinata alla difesa, era una costruzione essenziale, che poteva fare la differenza tra la vita o la morte, indispensabile per i signori dell’epoca, quando dovevano barricarsi dentro le mura, fortificate in modo da renderle il più possibile inattaccabili dai predoni musulmani.

Il Castello della Lucertola non ha grandi dimensioni, disponeva di: un salone per le cerimonie di rito; cinque stanze; un giardino ricco di vegetazione; segrete, con relative carceri; due vani adibiti ad armerie.

La dinastia dei Ventimiglia ebbe inizio nel 1261, con il matrimonio tra Guglielmo Pietro I, conte di Ventimiglia, ed Eudossia Lascaris, figlia dell’imperatore bizantino Teodoro II di Nicea.

Le generazioni successive, dopo aver scampato il pericolo musulmano, in particolare le famiglie dei Doria di Dolceacqua prima, e in seguito, ma per poco tempo, dei Grimaldi di Monaco, che ne presero possesso, utilizzarono il castello come residenza, per periodi di villeggiatura e sollazzi di vario genere.

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