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Antonio Gammieri, l’arte antica del barbiere

Il barbiere è uno di quei lavori antichi che sta quasi scomparendo del tutto. Sono ancora pochi i maestri dell’arte del rasoio che continuano ad esercitare nell’era moderna caratterizzata dai tagli di capelli unisex e dall’avvento delle macchinette. Uno di questi maestri è Antonio Gammieri che ha da poco festeggiati i suoi 50 anni di attività. La sua bottega, in via Orefici, è ancora oggi punto di riferimento e di ritrovo per clienti, amici e conoscenti. Un piccolo salotto, circolo ricreativo e culturale nel cuore della Campobasso antica.

 

“Fu mio padre a infondermi i primi rudimenti di questo mestiere – ha dichiarato Antonio Gammieri -. Fu da lui che appresi l’arte del barbiere e del taglio dei capelli per gli uomini. Bagaglio teorico e pratico che, poi, affinai alla scuola per barbieri. Mio padre aveva la sua bottega in via Orefici ed è per questo che decisi il 13 settembre del 1984 di aprire un negozio proprio in questa strada, a dieci metri dall’antico locale di mio padre. Prima di aprire la barberia a Campobasso ho vissuto quattro anni in Svizzera dove ho imparato il taglio dei capelli con il rasoio, una vera e propria arte! Poi mi trasferii a Torino, per 14 anni, e successivamente tornai nella mia Campobasso per portare avanti la tradizione di famiglia iniziata da mio padre Umbertino”. Di anni ne sono trascorsi tanti e la professione del barbiere è cambiata, ma il signor Antonio è rimasto fedele, per così dire, all’antica tradizione. Così come un pittore concretizza su di una tela bianca la sua ispirazione, così il signor Antonio concretizza, sul viso e sulla testa dei suoi clienti, le loro richieste e i loro desideri per avere un aspetto ordinato e, per i più giovani, anche alla moda. “Secondo il mio modesto parere la figura del barbiere è mutata, ma non in meglio ma in peggio! Ai giovani insegnano solo i tagli unisex e nessuno di loro vuole più fare la barba. Pian piano sta sparendo una vera e propria arte che distingueva il barbiere da uomo dal parrucchiere. I giovani, poi, – ha sottolineato il signor Antonio – vogliono tutti tagli strani, più strani e stravaganti sono meglio è, tanto poi c’è la gelatina che li sistema. Quasi nessuno più sa fare i tagli classici da uomo, tutto è demandato alle macchinette e all’omologazione. Per effettuare una barba secondo i crismi ci vuole tempo, passione, e mano ferma ed è per questo che la maggior parte dei barbieri odierni non la fanno più. Come per tutte le cose è necessario impegno e passione”. In questi 50 anni di attività il signor Antonio ha cercato anche di trasmettere tutto il suo bagaglio di esperienza ad alcuni giovani, ma, purtroppo, nessuno ha deciso di intraprendere la sua medesima strada. “Ho avuto alcuni ragazzi alle mie dipendenze, ma al giorno d’oggi è sia difficile trovare giovani che vogliano intraprendere questa attività, sia giovani di comprovata fiducia. L’unica cosa che mi consola è che chi si è impegnato da me e a seguito i miei consigli, malgrado le nostre strade si siano divise, si è sistemato e a messo su famiglia. In particolare due ragazzi che dopo essere stati con me per un breve periodo hanno deciso di proseguire i propri studi universitari. Ora ambedue sono sposati, con figli e sistemati a dovere. Si vedeva che erano bravi ragazzi e sono stato fortunato a conoscerli”.  La bottega del signor Antonio è un piccolo gioiello incastonato nel centro storico dove sulle pareti, in diverse cornici, sono racchiusi numerosi ricordi di una intera vita. Foto, ritratti, caricature, quadri che rendono ancor più accogliente e familiare un luogo dove nella tranquillità si può dialogare e disquisire di qualsiasi argomento, anche e soprattutto di sport e politica.

Stefano Venditti

 

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