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Anonymous: in difesa di chi non può difendersi

Ci sono diversi modi per difendere chi non si può difendere, per esempio gli animali, specie quelli d’affezione, e per questo nel mondo ci sono centinaia se non, addirittura, migliaia di organizzazioni attive per sostenere i diritti degli animali. E ognuna di queste lo fa in base alle proprie convinzioni e con obiettivi mirati.
Gli “Anonymous for the Voiceless” (AV) sono essenzialmente vegani, i suoi aderenti manifestano, a tarda sera, nelle piazze (attualmente sono presenti in 60 città italiane e nel mondo ce ne sono più di mille), si sistemano formando un quadrato, più o meno grande in base ai partecipanti, che chiamano “Cubo della Verità” e sono vestiti in nero con la maschera di Guy Fawkes, immagine di molte proteste, a coprire il volto.


Hanno superato, come d’altronde tante altre associazioni animaliste, i quesiti se gli animali possano o no ragionare, oppure se possono parlare e tirano dritti sul dolore inflitto loro. Sostengono che essi soffrono esattamente come noi quando vengono sfruttati, subiscono torture, sono messi dentro le gabbie, gestiti con disumana crudeltà per interessi particolari e, maggiormente, quando vengono assassinati. E come dar loro torto.
Il motto è una frase di Marin Luther King: “Chi ama la pace deve imparare ad organizzarsi con la stessa efficacia di chi ama la guerra”.
Li abbiamo incontrati la prima volta a Venezia. Era il 2 novembre scorso e in Campo S. Bortolomio c’era questo gruppo di persone ognuno con un computer in mano che mostrava ai passanti video aberranti contro animali di varie specie. Ci siamo soffermati a parlare con uno degli aderenti, Cristiano, il quale ci ha raccontato un po’ di storia di questo movimento che ha visto la sua nascita a Melbourne nel 2016 grazie all’iniziativa di due intraprendenti giovani animalisti, Paul Bashir e Asal Alamdari. In tre anni si sono diffusi in tutto il mondo. La sede ufficiale si trova, comunque, a Chiang Mai, in Thailandia
Sono organizzati in “Capitoli”, ossia in gruppi distribuiti in ogni città e, per definirsi tali; devono manifestare almeno una volta al mese. Il prossimo appuntamento vedrà, dove possibile in contemporanea (fuso orario permettendo), non meno di seicento manifestazioni in varie piazze di tutto il mondo. A Roma, dal 7 al 17 dicembre, sono in programma dieci giorni di informazione attraverso un attivismo ricco di eventi, proteste, conferenze, workshop, veglie e altro ancora.
Dicono che chi non la pensa come loro non è un nemico da combattere, ma deve essere solo convinto del valore delle proprie tesi. In fondo, affermano, l’obiettivo è comune, cioè eliminare la sofferenza degli animali.

Bruna Fiorentino

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