Un anno senza il suo casquet, ma il suo rumore è tutt’ora vivido

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Dal 5 luglio 2021, data della scomparsa di Raffaella Carrà, è passato un anno, e la sua assenza si fa sentire. 

Veniva così a mancare all’età di 78 anni un’icona mondiale della tv, della musica, dello spettacolo del cinema.

Fremantle si è assicurata in esclusiva l’opzione sui diritti internazionali per la realizzazione di un documentario che ripercorrerà la straordinaria vita della cantante, attrice e presentatrice italiana diventata una vera e propria icona della cultura pop in tutto il mondo.

Le celebrazioni, soprattutto televisive, sono molteplici. La Rai dedica al ricordo dell’artista ampio spazio nei suoi palinsesti. Con lo slogan ‘Torniamo a fare rumore’, scelto in suo onore in quanto icona del Pride, a Roma hanno sfilato in 900 mila l’11 giugno, mentre Madrid le ha dedicato una piazza, Santo Stefano un parco giochi, Roma sta pensando ad una via su richiesta avanzata da Vladimir Luxuria. A Bellaria, cittadina vicina a Bologna dove trascorse parte della sua infanzia, giusto per il 5 luglio è prevista la cerimonia per intitolarle il Lungomare. Tanti anche gli omaggi musicali, da Cristiano Malgioglio a Carmen Russo hanno inserito sue canzoni nei loro nuovi album. l’Arcigay ha chiesto di trasformare in museo la casa romana di Raffaella, oltre 400 metri quadrati nel quartiere di Vigna Clara a Roma Nord, in un appello di qualche mese fa “non politico, ma culturale” a enti locali, regione Lazio e governo a fronte della messa in vendita dell’appartamento. 

Il ricordo di questa icona non sbiadisce, resta intenso e vivido come la sua capigliatura platino e la sua infinita energia.

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