OGM:la battaglia degli agricoltori contro la deregulation

La UE verso la modifica della regolamentazione dei nuovi OGM,  considerati meno invasivi. I piccoli agricoltori non ci stanno

Sembra avere le ore contate, la normativa  dell’Unione Europea che prevede che  tutti gli organismi geneticamente modificati (OGM) siano soggetti ad autorizzazione e, se presenti in determinati prodotti, devono essere sempre segnalati in etichetta

Tuttavia, Bruxelles sta lavorando ad un nuovo quadro normativo che potrebbe non far valere più queste regole per i prodotti ottenuti con le nuove tecniche genomiche. Così, per evitare questo scenario, è stata lanciata una petizione europea “a tutela dell’ambiente e della trasparenza per i consumatori”. L’iniziativa è stata promossa dal Coordinamento Italia libera da OGM, composto da 29 associazioni contadine, del biologico, ambientaliste e della società civile, tra cui Slow Food, FederBio e Wwf

La UE ritiene opportuno modificare l’attuale regolamentazione 

 i nuovi OGM, a differenza degli altri, sono prodotti mediante una tecnologia di editing genetico per cui i tratti delle colture vengono alterati senza che vi sia l’effettivo inserimento di geni estranei. 

Si ripropone l’ennesimo scontro tra le multinazionali dell’agricoltura industriale e i piccoli produttori agricoli, sostenitori della coltivazione sostenibile . Già nel 2018  diverse associazioni francesi vinsero una causa contro  il Ministero dell’Agricoltura, per aver esentato i nuovi prodotti biotecnologici dalle regole vigenti.

I promotori dell’iniziativa, chiedono che l’Italia resti un paese libero da Ogm, per non disperdere  il prezioso patrimonio genetico delle colture, tramandato da centinaia di anni . Ritengono che solo l’agricoltura biologica, l’agroecologia e le scelte responsabili di produttori e consumatori potranno assicurare la tutela della biodiversità, la riduzione di pesticidi e la produzione di cibo sano in un ambiente sano.

D’altro canto le  nuove tecniche transgeniche, potrebbero essere un valido  sostegno alla riduzione delle carenze alimentari nei paesi del Terzo Mondo, aumentando la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici e riducendo l’uso dei pesticidi, contribuirebbero alla sostenibilità delle produzioni alimentari. la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici e riducendo l’uso dei pesticidi.

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