Alla morte del faraone venivano osservati dei rituali funebri al fine di garantirgli la vita eterna e poter finalmente incontrare gli dei. Trascorsi i settanta giorni necessari ad ultimare il processo di imbalsamazione la mummia veniva posizionata su una barca e portata alla valle dei Re, suo ultimo luogo di riposo.
Ad accompagnarlo in questo viaggio c’era anche il suo successore che nel funerale aveva un ruolo attivo al fine di assicurarsi una legittima successione al trono.
Sbarcata a terra la mummia viene trasportata da due buoi alla propria tomba, accompagnata da una grande processione.
Una volta giunta alla tomba reale un prete con la maschera del Dio Anubi, chiede il permesso di seppellire il sovrano, e successivamente vengono letti dei brani di un testo funebre.
Finite queste letture la bara viene posta di fronte alla porta della tomba per il rito che permetterà al defunto di recuperare tutti i sensi e vivere una vita piena anche nell’aldilà: la cerimonia di apertura degli occhi e della bocca.
Tale cerimonia non era ad uso esclusivo della famiglia reale ma qualunque mummia subiva questo rituale in modo da fargli recuperare tutti i sensi, a conferma che per gli antichi egizi la morte non era la fine ma l’inizio di una nuova vita eterna.
La cerimonia era eseguita da sacerdoti vestiti con una maschera di una divinità diversa che si occupava di recuperare un senso diverso alla volta. Ad esempio la bocca veniva aperta dal dio Ptah, il dio creatore di Memphis.
Il ferro usato per questo rito era un ferro di origine meteoritica, materiale che si pensava inviato direttamente dagli dei, con questi strumenti i sacerdoti toccavano gli arti e gli organi da riportare in vita, occhi, orecchie, naso e bocca in modo che il defunto potesse mangiare, parlare e fare tutte le cose che svolgeva normalmente in vita anche nell’aldilà.
Una volta aperta la bocca al defunto viene presentata una serie di offerte di cibo e bevande mentre i domestici del faraone depositano il suo corredo all’interno della tomba.
Adesso il faraone finalmente riposa in pace una volta chiusa e sigillata la tomba.