Lampedusa Porte d’Europa, vincono i ragazzi dell’Istituto Pertini-Santoni di Crotone

L’obiettivo del Concorso è stato quello di coinvolgere gli studenti italiani ed europei tra i 16 e i 18 anni sul tema dell’immigrazione. La cerimonia di premiazione è avvenuta a Lampedusa, il 3 ottobre 2020, in occasione della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”, istituita nel 2016, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita, nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese

Lampedusa Porte d’Europa: vincono il premio i ragazzi dell’Istituto Pertini-Santoni di Crotone. È utile ricordare che l’Istituto ha partecipato, gemellandosi, con l’Istituzione scolastica europea “Skola umeleckého priemyslu” di Prešov (Slovacchia), con l’opera dal titolo “Azimut”, che andrà ad arricchire la “sezione giovani” del Museo della Fiducia e del Dialogo di Lampedusa, guidati dal professore Maurizio Guerra, della classe 3 C del Liceo Artistico che, con tecniche come l’action painting e materiali come l’alginato per calchi, ha saputo rappresentare un senso di forza e di azione, attraverso la violenza dei colori, la libertà dei segni e la vastità delle superfici, capaci di tradurre la necessaria messa a fuoco del reale significato del termine intercultura. La cerimonia di premiazione è avvenuta a Lampedusa, il 3 ottobre 2020, in occasione della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”, istituita nel 2016, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita, nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese, per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. Il premio ha assunto ancora più valore, in questo momento storico, in cui si susseguono quotidianamente sbarchi che purtroppo talvolta diventano drammatici, come il recentissimo incendio della barca di migranti, avvenuto proprio sulla nostra costa e che ha provocato, ancora, altre vittime innocenti. È l’intercultura che promuove una sana integrazione tra i popoli e assicura una maggiore conoscenza arricchita dalle diverse espressioni culturali di ogni Paese. Con la professoressa Vincenza Pellegrino, esperta di tecnologie didattiche innovative e referente per l’intercultura, vogliamo comprendere l’importanza dell’intercultura da insegnare ai giovani.

Quali valori culturali è necessario che conoscano i giovani nei confronti dell’immigrazione?
«I valori che richiamano gli ideali di libertà, di uguaglianza e di solidarietà e che si concretizzano nel riconoscimento e nel rispetto dei nostri simili, senza alcuna discriminazione dovuta all’etnia, al colore della pelle o al credo religioso. Sono, in pratica, i principi primari che hanno ispirato la Dichiarazione universale dei diritti umani, (adottata dall’ONU, nel 1948) e la Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo (approvata dal Consiglio d’Europa, nel 1950). Tra i diritti fondamentali ed inalienabili, di ogni persona, c’è, infatti, quello di lasciare il proprio paese e di muoversi e/o di stabilirsi, liberamente, in qualsiasi Stato. La legittima aspirazione, di ogni essere umano, ad avere un’esistenza libera, dignitosa e sicura, per sé e per la propria famiglia, è, dunque, un diritto imprescindibile, sancito, anche, dalla nostra Costituzione e tutelato dalla legislazione italiana, che concede, agli stranieri, gli stessi diritti civili dei cittadini italiani, indipendentemente dalle cause che li hanno spinti ad abbandonare la terra nativa. È indispensabile che questi valori entrino a far parte del bagaglio culturale dei giovani e ne orientino, sempre, il comportamento».

La ricchezza di un popolo deriva dalla sua conoscenza culturale. L’immigrazione in che modo aiuta le persone a comprendere le culture delle altre nazioni?
«La storia dell’uomo è una storia di trasmigrazione, individuale e di massa, da una parte all’altra del pianeta che ha contribuito, in ogni epoca, al nostro progresso. L’immigrazione non è, dunque, un pericolo per la nostra identità e per le tradizioni della nostra terra, bensì un’opportunità di confronto e di scambi reciproci, che ci consentono di scoprire usanze, costumi e culture a noi sconosciute. Questo è tanto più possibile, quanto più si consideri lo straniero senza pregiudizi e differenziazioni di alcun tipo, ma soltanto per quello che concettualmente rappresenta, ovvero un essere con caratteristiche diverse dalle nostre, che ha un proprio sé ed un vissuto, con il quale possiamo rapportarci nel tentativo di capire e di farci capire. È un processo che, di per sé, arricchisce le nostre esperienze, che ci stimola a perfezionare le nostre tecniche relazionali e contribuisce, in definitiva, anche alla costruzione della nostra identità, della nostra crescita e, quindi, della nostra cultura».

Il futuro dei giovani quale approccio dovrà avere nei confronti delle altre popolazioni?  
«È del tutto evidente, che solo sviluppando nei giovani la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e del dialogo, si potrà affrontare il fenomeno migratorio, senza pregiudizi e luoghi comuni xenofobi, nel pieno e consapevole rispetto dei diritti umani. Diviene, quindi, fondamentale il ruolo della scuola, luogo dove persone con origini, storie e tradizioni diverse hanno l’opportunità di incontrarsi, imparando a conoscersi ed integrandosi, in un contesto sociale che supera le diffidenze ed in cui tutti si considerano appartenenti ad uno stesso territorio e guardano ad un futuro comune. La società post-moderna sarà, sempre più, multiculturale e, quindi, i giovani saranno chiamati ad essere cittadini attivi e solidali di un’unica comunità plurale profondamente legata alle proprie radici, ma aperta e connessa con il mondo, in una prospettiva di  “cittadinanza globale” che vede la diversità come valore e non come discriminante, e favorisce la socializzazione e l’inclusione di chi appartiene a culture e ad etnie diverse dalla nostra».

Se sviluppiamo nei giovani la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e del dialogo, si potrà affrontare il fenomeno migratorio, senza pregiudizi e luoghi comuni xenofobi, nel pieno e consapevole rispetto dei diritti umani. Diviene, quindi, fondamentale, il ruolo della scuola, luogo dove persone con origini, storie e tradizioni diverse, hanno l’opportunità di incontrarsi, imparando a conoscersi ed integrandosi in un contesto sociale che va oltre le differenze e le diffidenze, in cui tutti si considerano appartenenti ad uno stesso territorio e   guardano ad un futuro comune. È con questa consapevolezza che l’Istituto “Pertini-Santoni”, pur nell’emergenza provocata dalla pandemia, ha continuato ad operare, con lo stesso impegno, affiancando le famiglie e le Istituzioni, mediante azioni e progetti formativi finalizzati alla “cittadinanza globale”, uno degli obiettivi indicati dall’Agenda 2030.

Francesco Fravolini

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