LA IMPUGNIAMO TUTTI I GIORNI, MA VI SIETE MAI CHIESTI QUAL È LA STORIA DI UNA MATITA?

Lunghe, corte, cilindriche o esagonali, rigide o flessibili, grafite più scura o più chiara o magari di diversi colori, come i pastelli, ottenuti inserendo al posto della grafite pigmenti colorati.

Esistono infiniti modelli di matite che riflettono la creatività mostrata nel tempo da ogni produttore.

Il suo nome per intero, dal lat. (lapis) haematites, pietra di ematite, oggi accorciato con matita.

La sua storia, relativamente recente, si è evoluta con noi, e ciò che oggi diamo per scontato, è in realtà frutto di idee che hanno significato una vera fortuna per i suoi ideatori.

Si comincia a parlare di matite intorno alla seconda metà del ’600, quando compaiono i primi prototipi, cioè nel momento in cui si intuì che la grafite lasciava un segno sul foglio bianco, facilmente cancellabile con un po’ di mollica di pane, antenata della gomma per cancellare.

Nel 1665, furono messe in commercio le prime matite: dei semplici bastoncini di grafite, avvolti in un involucro di stoffa o in sottili canne di bambù.

La prima versione moderna di matita, invece, fu realizzata in Francia, a fine ’700, un secolo dopo la sua prima rudimentale comparsa, quando il francese Nicolas-Jacques Conté ne mise a punto la produzione, miscelando la grafite con argilla. L’impasto così ottenuto era poi tagliato in striscioline che, dopo un procedimento di cottura, erano infilate in bastoncini di legno di cedro cavi e infine, fissate con una goccia di colla.

LA FORMA
Sembrerebbe un argomento scontato o di poco conto, ma la forma è la vera forza di una matita. In particolare, la scelta della sezione esagonale soddisfa tre importanti requisiti: consente un’impugnatura ottimale; impedisce alla matita di rotolare sul tavolo; permette uno stoccaggio ottimale, in quanto le matite si incastrano fra loro alla perfezione, in tal modo si economizza al massimo lo spazio.

Si otterrebbe un analogo vantaggio nello stoccaggio con matite a sezione quadrata, ma queste sarebbero scomode da impugnare, mentre una sezione cilindrica, seppure altrettanto diffusa, ha il difetto di rotolare via con facilità.

La caratteristica forma esagonale fu ideata dal fabbricante di matite statunitense, Ebenezer Wood, negli anni Venti del XIX secolo; fu ben presto riconosciuta come la più pratica e si diffuse velocemente in tutto il mondo.

IL COLORE
La maggior parte delle matite di provenienza americana sono di colore giallo. La tradizione iniziò nel 1890, quando L. & C. Hardtmuth introdusse la marca Koh-I-Noor, dal nome di un celebre diamante.

Il colore giallo era studiato per attirare l’attenzione sulla qualità della matita, sulla provenienza (asiatica) della grafite e sui colori della casa d’Asburgo (giallo-nero).

Quando d’ora in poi impugneremo una matita, saremo un po’ più consapevoli di quanti passi ha compiuto questa utile meraviglia di grafite.

Marino Ceci

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