La Giamaica e i suoi duppies

E continuiamo a parlare di fantasmi e leggende più o meno vero con la leggenda dei fantasmi della Giamaica, uno stato insulare caraibico che pur essendo fortemente religioso è anche uno stato ricco di superstizioni dove il vudù locale è ancora molto comune e praticato. 

Secondo la tradizione locale i duppies sono i fantasmi dei morti, spiriti assai temuti in quanto rappresentano il male assoluto.

Tali fantasmi possono essere evocati gettando monete e rum sulle loro tombe e pare che un loro respiro possa far cadere ammalati e che un loro colpo possa causare un colpo apoplettico.

I giamaicani di qualunque ceto sociale siano, diffidano molto di questi spiriti maligni e non esitano a compiere antichi rituali per proteggersi. 

Tra questi riti c’è il cospargere le pareti di casa di sangue di gallina bianca per proteggersi e tenere lontano queste creature tanto che molti giamaicani si rifiutano di entrare in una casa dove non sia stato praticato tale rituale.

I duppies feriscono spesso gli umani tanto che le loro lesioni sono usate come pretesto per non recarsi a lavorare visto che la violenza delle loro aggressioni lascia le vittime paralizzate o sfigurate. 

Spesso infatti si sente raccontare di persone prese a sassate dai duppies. Uno di questi fu il reverendo Abraham Emerick, missionario gesuita, che arrivato in Giamaica e visse in prima persona l’esperienza dei duppies lapidatori. 

Il reverendo si recava frequentemente nelle missioni più remote per le sue prediche quando una volta mentre era in cammino verso la missione di Alva si imbatté in un gruppo di abitanti del luogo che in preda ad isteria gli consigliò di proseguire oltre. Da più di una settimana infatti la missione era invasa da uno spirito e si udivano rumori terribili sia dentro che fuori l’edificio.

Il reverendo incurante proseguì verso la missione per verificare se quei racconti fossero veri, ma arrivato alla scuola trovò l’edificio vuoto, distrutto e pieno di sassi. 

Il reverendo decise di entrare a dare un’occhiata ai danni ma non appena si fermò ad esaminare i detriti fu bersagliato da piccoli ciottoli che poi divennero sassi e che lo costrinsero a fuggire. 

I sassi però continuarono a colpirlo anche fuori dall’edificio fino a che il reverendo non trovò riparo in una casa vicina ma anche quella fu presa d’assalto dalle pietre che cessarono solo quando lo spettro si fu divertito a sufficienza.

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