Impianto al midollo per far tornare a camminare topi paralizzati

Far camminare topi paralizzati. Questo è quello che è riuscito a fare un gruppo di scienziati attraverso un trapianto di midollo spinale. Un grande successo, in quanto prova che questo tipo di terapie funzionano per paralisi di questo tipo e pare, nel giro di tre anni, a questo tipo di esperimenti anche sugli esseri umani.

Un esperimento unico al mondo che è stato effettuato dal team del Sagol Center for Regenerative Biotechnology dell’Università di Tel Aviv. Gli scienziati hanno ingegnerizzato il tessuto del midollo spinale con cellule umane e lo hanno impiantato in 15 topi paralizzati da molto tempo. 12 topi su 15, l’80%, sono riusciti a tornare a camminare.

Lo studio è stato pubblicato in peer-reviewed sulla rivista Advanced Science e si è concentrato su come realizzare tessuti funzionali del midollo umano così da poterlo poi utilizzare. Uno studio innovativo poiché l’impianto di tessuto del midollo si è dimostrato efficace nel far riacquistare la capacità motoria nell’80% delle cavie paralizzate da tempo, e nel 100% in quelle paralizzate da poco. Un trattamento, quindi, che se usato tempestivamente potrebbe essere efficace sempre.

Ovviamente, anche se gli scienziati lo credono possibile, non si sa ancora se questo tipo di tecnica funzioni sugli esseri umani. Serviranno altri esperimenti e studi, attraverso l’utilizzo di impianti personalizzati così da evitare il rischio di rigetto. Una speranza, certo, ma sembra essere molto promettente.

Edoardo Scarpetta, l’antenato del teatro napoletano moderno

Nato a Napoli il 12 marzo 1853 e morto a Napoli il 29 novembre 1925, Odoardo Lucio Fausto Vincenzo Scarpetta, conosciuto come Eduardo Scarpetta, è stato un attore e un commediografo italiano. Il più importante attore e autore del teatro napoletano a cavallo tra Ottocento e Novecento oltre che capostipite degli Scarpetta-De Filippo, la più grande dinastia teatrale italiana.

Scarpetta creò, praticamente, il teatro dialettale moderno. Non solo napoletano, ma in toto. È grazie al suo lavoro se oggi il teatro in dialetto è così diffuso. Lui, poi, nello specifico, si specializzò nell’adattare commedie farsesche francesi. Scarpetta fu anche un grande autore di commedie, tra le quali alcuni capolavori intramontabili come “Miseria e Nobiltà”, “O miedeco d’e pazze” o “Nu Turco Napulitano”, famose anche per le versione cinematografiche di Totò.

La sua lunga carriera di commediografo fu interrotta a causa de “Il Figlio di Iorio”, una commedia-parodia di un lavoro di Gabriele D’annunzio che non gradì la presa in giro e gli fece causa. Causa storica, che D’annunzio perse, in quanto prima causa sul diritto d’autore e sul diritto di satira, sancito grazie alla vittoria di Scarpetta.

Uomo molto “focoso”, ebbe nove figli: Vincenzo, Domenico e Maria Scarpetta, che continuarono la tradizione di Scarpetta e della sua compagnia; Eduardo De Filippo (Passarelli) e suo fratello Pasquale De Filippo, i figli meno conosciuti; e, infine, Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, “I De Filippo”, che iniziarono una nuova tradizione e divennero tra i più grandi attori e commediografi della scena italiana del ‘900-

Poffabro, la sintesi di pietra e legno

“Prafabrorum”, “Prato dei Fabbri”. Da questo nome, menzionato in una sentenza arbitrale del 1339, deriva il nome di Poffabro, passando per “Pratum Fabri”, ritrovato in un documento notarile del 1357. Nome che deriva anche dal fatto che Maniago, la zona dove si trova il borgo, era nota fin dal medioevo per la lavorazione del ferro.

Il borgo è, ovviamente, più vecchio, visto che in età romana vi passava un’antica strada che partiva da Julia Concordia e arrivava nelle alpi, ma le prime tracce sono proprio del 1339. Negli archivi del governo di Venezia ci sono poi molte testimonianze della comunità tra il XVII e il XVIII secolo, così come sono presenti memoriale del 1648-50 riguardo ad un processo contro le streghe negli archivi della Curia di Udine. Una storia secolare, colpita dal dramma del terremoto nel 1976, quando tutta la Val Colvera viene colpita e ferita.

Una ferita che si è richiusa grazie alla ricostruzione. Non a caso, infatti, il pittore Armando Pizzinato considera Poffabro uno degli esempi di architettura spontena più razionale e, allo stesso tempo, fantasiosa. Necessità e fentasia si sono unite, fondando legno e pietra, cemento e natura, creando un borgo magico.

Ideale per chi ama il tennis, le passeggiate o la bicicletta, è possibile effettuare escursioni nella natura, arrampicate o palestre di roccia. Senza contare i numerosi sentieri di montagna che si diramano dal borgo, facendo parte del parco ragionale delle Dolomiti Friulane.

Un fusione tra natura e civiltà che raramente si vede e che vi rapirà sicuramente.

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