I Neanderthal seppellivano i morti?

Un recente scavo nel Kurdistan iracheno ha fatto riaccendere un dibattito ultra-decennale tra gli storici sul quesito se l’uomo di Neanderthal seppellisse intenzionalmente i propri morti.
Le analisi di nuovi fossili (Shanidar Z), rinvenute nella grotta di Shanidar, e dei sedimenti circostanti indicano che l’individuo sia stato deposto sul fondo di una depressione superficiale scavata da qualcuno.
La scoperta segue gli scavi di Shanidar che sono avvenuti tra il 1951 e il 1960 e che hanno prodotto fossili di altri 10 Neanderthal, tra cui uno scheletro parziale noto come “sepoltura dei fiori” per gli antichi ammassi di polline che circondavano i resti. Il defunto archeologo Ralph Solecki, che fu a capo degli scavi, concluse che il polline mostrava come i fiori fossero utilizzati per essere sparsi sul corpo del defunto nei rituali funebri.
Finora il comportamento di seppellire i morti è stato considerato tipico dell’Homo Sapiens, ma se Solecki avesse ragione questo riaprirebbe a nuove interpretazioni della lettura della Preistoria, dato che questo implicherebbe anche compassione per i membri del gruppo, cura e lutto per i morti e anche alla conseguente creazione di atti simbolici come la creazione di dipinti rupestri, finora anch’essi attribuiti esclusivamente all’Homo Sapiens.
Ma i critici di questa teoria suggeriscono che i Neanderthal della grotta di Shanidar potrebbero essere morti per esposizione o lesioni causate dalla caduta di rocce prima che i processi naturali coprissero il loro corpo con sporcizia e piante. Inoltre sostengono che le scoperte degli anni ’50 sono lungi dalla cura degli attuali scavi archeologici. La datazione preliminare del terreno appena sotto i resti di Shanidar suggerisce che l’individuo, il cui sesso rimane indeterminato, visse tra i 70 e i 60 mila anni fa.
“Siamo piuttosto convinti che almeno alcuni degli individui Shanidar siano stati depositati intenzionalmente”, afferma la coautrice dello studio Emma Pomeroy, archeologa dell’Università di Cambridge.
“Come per tutte le precedenti affermazioni, per le sepolture intenzionali di Neanderthal, non ci sono pistole fumanti che indicano chiaramente la sepoltura intenzionale”, risponde l’archeologo Dennis Sandgathe della Simon Fraser University di Burnaby, in Canada “il copro di Shanidar Z non era organizzato in alcun modo speciale, ma giaceva in una posizione fetale piuttosto libera che avrebbe potuto verificarsi in modo casuale”.
La realtà è che difficilmente avremo una prova inconfutabile di questo enigma, come del resto di molti altri così lontani nel tempo, ma la certezza è che di fronte alla morte anche i nostri antenati difficilmente restavano indifferenti.

Riccardo Pallotta

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