I GIOIELLI DELLA PUGLIA DA NON PERDERE

BRINDISI RIPORTA IN AUGE GLI ANTICHI FASTI IMPERIALI

Il Museo archeologico di Brindisi ospita pezzi unici e di rara bellezza. Cosa che non stupisce se si ripercorrono gli antichi fasti di questo porto così importante per l’impero romano. Intimamente connessi sono anche i vicini scavi, bellissimi, che riportano alla luce e gratuitamente un pezzo di città e terme.

Istituito nel 1884, il Museo, raccolte inizialmente le donazioni di alcuni collezionisti locali e i materiali rinvenuti in scavi cittadini, assunse ben presto il ruolo di centro culturale della città grazie all’attività di un gruppo di giovani intellettuali la cosiddetta “Brigata degli amatori d’arte” dal 1911.La sede iniziale del Tempio di S. Giovanni al Sepolcro divenne presto piccola per contenere i numerosi reperti restituiti dagli scavi.

Così in piazza Duomo, sul suolo del fatiscente Ospedale civile, nacque il Palazzo della cultura. Durante i lavori di sbancamento dell’area, vennero rinvenute notevoli testimonianze archeologiche tanto che nel 1952 si vide l’istituzione del Museo Archeologico Provinciale in una ala dell’edificio in costruzione.

La storia del Museo è intimamente legata alle ricerche della città di Brindisi e del suo territorio. 

La raccolta archeologica ha conosciuto, soprattutto a partire dalla fine degli anni Settanta, uno straordinario incremento grazie agli scavi sistematici che hanno portato alla progressiva scoperta sia dell’insula romana di San Pietro degli Schiavoni, della domus di San Giovanni al Sepolcro, delle necropoli di via Cappuccini, che di fastosi elementi architettonici, vasellame, monete e sculture entrati a far parte del patrimonio del museo. L’ambizione del Museo e stata pertanto, sin dall’inizio, quella di identificarsi con la città e il suo territorio, promuovendo attività culturali e, allo stesso tempo, fungendo da sensibile termometro per misurare il grado di sensibilità e di cultura della città. Dal 1971 di intesa con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, il Museo grazie all’intuito della dr.ssa Benita Sciarra ha rivolto il suo interesse alla ricerca archeologica subacquea. So no state, pertanto, effettuate prospezioni archeologiche subacquee lunge il litorale brindisino, da Egnazia a Torre San Gennaro operazioni che hanno restituito copioso materiale archeologico: ceramica, ceppi d’ancora in piombo, ancore in pietra, manufatti in bronzo.

Il museo ha poi visto un progetto di ampliamento e di un nuovo allestimento delle sale espositive, rispondendo all’esigenza di esporre i reperti della collezione Marzano acquistata dagli eredi nel 1988 e i numerosi e preziosissimi reperti venuti dal mare.

Notevole fu la scoperta dei Bronzi di Punta del Serrone nell’ estate del 1992.

Il museo è cresciuto tanto, tanto che oggi non si limita alla conservazione ed alla tutela del patrimonio artistico, ma acquissce il ruolo di centro di comunicazione sociale, si rivolge così a tre categorie di soggetti: il mondo della scuola, i fruitori legati al tempo libero e alla terza età, i giovani e il pubblico in genere. Al fine di effettuare una integrazione fra scuola, Museo e territorio e per convincere i bambini che al Museo si può ridere, giocare e al tempo stesso imparare, e’ nato il progetto “II Museo a misura di ragazzo” che si propone di formare miniguide in occasione della Settimana Nazionale della Cultura. Sempre al pianeta scuola, a partire dal 2001, sono stati indirizzati gli Stages di Ceramica. La stessa attenzione è stata riservata ai giovani laureati, per i quali, in collaborazione con Associazioni culturali, sono stati effettuati corsi di aggiornamento, mentre, per venire incontro alle esigenze di formazione specialistica da parte dei giovani del territorio, sono stati organizzati due corsi di formazione parauniversitaria. A queste attività hanno fatto da supporto i grandi eventi espositivi organizzati in collaborazione con gli organi periferici del Ministero, l’Università e i privati.

Nel 2009 il Museo riapre al pubblico in una veste museografica e museologica nuova, con un percorso museale innovativo che propone prospettive di lettura storica e modi di esposizione più moderni e accattivanti. Obiettivo fondamentale dell’intervento museografico è stato quello della piena reversibilità dell’allestimento, permettendo di intervenire con eventuali modifiche e nuove proposte, a seguito del proseguo degli scavi e degli studi archeologici.

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