Il grifone, tra mito e realtà

Gli appassionati di storia e di araldica conosceranno sicuramente il Grifone come creatura mitologica mentre ornitologi e birdwatcher lo conoscono come uccello. Ma si parla della stessa creatura? In realtà il grifone mitologico ha poco in comune con l’omonimo avvoltoio.
Il grifone mitologico è descritto e rappresentato come una creatura quadrupede simile a un poderoso leone dotato di ali e una testa aquilesca. La leggenda sembra nascere in Asia e nei secoli fu “adottata” anche nell’antica Grecia. Come racconta Alfredo Cattabiani nel suo libro “Volario”, si credeva che queste creature costruissero nidi con l’oro delle montagne in cui vivevano, estratto col loro possente becco. Forse la leggenda nacque per impedire ai greci di saccheggiare le loro ricchezze: infatti erano considerati creature combattive che attaccavano chiunque entrasse nel loro territorio. I grifoni entrarono nella mitologia greca intorno all’VIII secolo a.C. con il mito degli Arimaspi, creature simili ai ciclopi che si credeva vivessero nel Nord della Grecia saccheggiando l’oro custodito dai grifoni. Divennero protagonisti anche nei secoli successivi soprattutto nell’araldica medioevale (simboleggiava l’unione tra la vigilanza aquilesca e la forza leonina), negli stemmi cittadini, nella letteratura e negli stemmi delle squadre di calcio come il Genoa.
Il grifone uccello invece è un avvoltoio che vive in Europa meridionale, Italia compresa, Nordafrica, e Asia centrorientale. Il nome scientifico è Gyps fulvus, dal colore delle sue penne copritrici mentre primarie e secondarie sono scure. Ha un aspetto maestoso grazie alla sua apertura alare superiore ai 2 m. Possiede un lungo collo con piumino bianco e senza penne tenuto solitamente piegato ma che allunga per cibarsi delle carcasse. La specie è considerata a basso rischio (LC) dalla Lista rossa IUCN ma avvelenamenti, bracconaggio e impatti con pale eoliche e cavi sospesi sono pericoli considerevoli. In Italia la specie è in aumento, grazie all’allestimento di carnai in alcune aree (Friuli, Parco Silente-Velino) che attirano individui esteri come Spagna e Croazia e all’aumento delle popolazioni francesi reintrodotte che “invadono” ogni anno il settore alpino occidentale. Anche in Italia è stato reintrodotto con successo in alcune aree alpine e appenniniche e in Sicilia mentre è sopravvissuto all’estinzione in Sardegna.

Daniele Capello

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