Facciamo tombola: non un gioco, ma un progetto educativo

Da una parte il Decreto Sicurezza fresco di fiducia al Senato, che mette una stretta ai richiedenti asilo per motivi umanitari degli immigrati, in cerca di un posto dove potersi sentire a ‘casa’ e dall’altra studenti, docenti, associazioni di diversa categoria ed ispirazione impegnati ad elaborare nuove metodologie per la cittadinanza inclusiva e la lotta al radicalismo tra i giovani.

 

‘Facciamo Tombola’ è un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, nel quadro delle politiche che l’Agenzia porta avanti sul territorio nazionale relativamente ai temi dell’Educazione alla Cittadinanza Globale. Il progetto riguarda la relazione tra esclusione sociale e nascita di forme di radicalismo, razzismo e xenofobia in quattro città italiane: Bologna, Verona, Napoli e Palermo. La tombola che dà il nome al progetto e che ricorda il gioco, generalmente rispolverato nel periodo natalizio, simboleggia una serie di spettacoli a livello nazionale in cui verranno divulgati contenuti e cifre a partire dal fenomeno migratorio in Italia e nello specifico nelle quattro città interessate. L‘obiettivo, con azioni dirette verso operatori socio-educativi impegnati a vario livello nei territori sul tema dell’integrazione e dell’educazione alla cittadinanza in generale, è contrastare l’emergere di forme di radicalismo, intendendo anche la radicalizzazione del linguaggio pubblico e dunque di discorsi d’odio. Ricerca, formazione e comunicazione sono le tre ‘gambe’ sulle quali si regge mentre il tema della convivenza e dell’inclusione reciproca all’interno delle comunità territoriali ne rappresenta, chiaramente, la base. Ma non si tratta del solito progetto fatto di convegni che annoiano prima ancora dei partecipanti, gli stessi relatori. Fra i partner di ‘Facciamo Tombola’, capeggiato da Cefa onlus, c’è NCO – Nuova Cooperazione Organizzata, Associazione Centro Studi Don Calabria e Progetto Mondo Mlal, l’Università di Bologna e in particolare Cantieri Meticci, Islamic Relief che lavora per l’interculturalità e la diffusione di una corretta visione dell’Islam.  

 

Il fenomeno migratorio internazionale, necessita di nuove riflessioni e narrazioni ed in questo senso la dramamturgia ha cominciato a fare la sua parte. Gli studenti bolognesi, palermitani, napoletani e casertani, romani e veronesi hanno dato vita ad una serie di laboratori teatrali interrogandosi sulla domanda “Da dove nasce la violenza?”. Piccole opere teatrali che faranno poi parte di un complesso lavoro teatrale, che proverà a dare delle risposte.

Il lavoro sarà firmato dalla compagnia teatrale bolognese Cantieri Meticci formata da più di trenta persone provenienti da diversi paese, molti sono rifugiati politici che nei loro paesi di origine erano già artisti, altri si sono formati in Italia.

Per tutto il mese di novembre gli incontri continueranno nelle scuole di Napoli, Caivano, Sessa Aurunca e Cellole, per affrontare il problema della percezione del fenomeno migratorio distinguendo le notizie dalle fake news fino a comprendere il valore social dell’istigazione all’odio”, ha annunciato Paola Perretta, coordinatrice del progetto per Napoli e Caserta.  

Tina Cioffo

 

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