ERASMO: DAL NULLA ALLA VITA

E’ una storia che ci si aspetta di leggere nei libri o come trama di un film spingendo sull’acceleratore della fantasia ed invece, la storia di Erasmo è così tanto reale da far tremare anche le più fervide certezze.

Erasmo che non ha il dono della parola e dell’udito, per 25 anni è stato ricoverato in una struttura psichiatrica marchiato come pazzo, distinto con un codice numerico sul letto, sugli abiti, sulle coperte e su quei pochi effetti personali che gelosamente custodiva. Senza parola e soprattutto senza mai aver avuto qualcuno che gli insegnasse il linguaggio dei segni e che tentasse di capirlo, ad Erasmo non restava che disperarsi: batteva con la testa contro le pareti fino a lasciarsi sanguinare. E poi, tenuto parcheggiato in quell’angolo di mondo, dimenticato e spersonalizzato. Passavano gli anni con trattamenti psichiatrici, camicie di forza, calmanti e farmaci che lo intontivano. Sulla sua cartella clinica c’era scritto: “soggetto socialmente pericoloso per sé e per gli altri”. Come se da un momento all’altro Erasmo, magrissimo, altezza media e con una evidente disabilità potesse armarsi di mannaia e colpire chiunque gli capitasse avanti. Visione delirante di chi lo ha fatto sentire ospite indesiderato ovunque e con chiunque.

Erasmo, ad un certo punto venne però, affidato attraverso il sistema dei budget di cura, alla cooperativa sociale ‘Al di là dei Sogni’ di Maiano di Sessa Aurunca in provincia di Caserta, in Campania.  «L’azienda sanitaria ce lo affidò come un caso senza speranze», dice Simmaco Perillo, presidente della coop. «Quando è arrivato non è stato facile, dovevamo recuperare la sua fiducia. Convincerlo che non volevamo fargli del male e che eravamo lì per comprenderlo», racconta Perillo. E allora, Erasmo doveva tornare ad essere una persona con tutte le paure, i bisogni e le felicità di chi vive.  Un cammino lento ma continuo che ha prodotto dei risultati inimmaginabili. Il primo arriva nel 2011, anno in cui Erasmo smette di prendere tutti i farmaci. Esce dal percorso sanitario e diventa socio della cooperativa ‘Al di là dei Sogni’ che lo aveva preso in carico dopo 25 anni di psichiatria. Da dieci anni, Erasmo che altri avevano confinato nel vuoto, ha ripreso a coltivare la terra mettendo in pratica quanto aveva imparato dai suoi genitori contadini ed insieme ai suoi colleghi cooperatori, cura la produzione agricola su terreni confiscati alla camorra e restituiti alla collettività. Accoglie e accompagna, con il suo singolare modo, tutti coloro che arrivano in cooperativa per passare qualche giorno, formarsi e comprare dei prodotti. Si perché Erasmo, la prima cosa che fa quando ti incontra è darti il benvenuto e ti accoglie con un abbraccio forte, di quelli che la maggior parte della gente, non ricorda più.

Ma non è tutto. Ad aprile e a maggio 2018, Erasmo ha accolto anche 90 studenti del Liceo ‘Alvise Cornaro’ di Padova, arrivati a Maiano di Sessa Aurunca per il progetto Alternanza Scuola- Lavoro. Due gruppi diversi accompagnati dalla stessa professoressa, Caterina Carraro, docente di religione. «Quando arrivammo fu il primo a venirci incontro. Ci salutò con il suo modo gioioso e rimasi impressionata dalla sua capacità di comunicare gioia ed allegria, un modo dirompente che non ti aspetti ma che ti coinvolge», spiega Carraro. Impara la sua gestualità e conosce la sua storia. La comprensione diventa miracolosamente vera per entrambi ed è questa verità che convince la prof: Erasmo, il soggetto socialmente pericoloso sarà il suo testimone di nozze. «L’ho scelto – commenta la sposa- in rappresentanza dell’intera cooperativa perché tutti insieme riescono a far rivivere quel senso evangelico di comunità che cercavo da tempo». Erasmo, rifiutato dalla società in giacca e cravatta, il 22 settembre, al matrimonio di Caterina e Nicola, era elegante e sorridente. Lo sposo lo ha incontrato per la prima volta poco prima di entrare in chiesa ma le mani si sono subito strette. Ai ragazzi del ‘Cornaro’ di Padova, quel progetto di Alternanza Scuola- Lavoro ha lasciato molto di più che un paio di crediti e forse a Maiano di Sessa Aurunca, prima o poi, torneranno anche solo per salutare ancora una volta l’amico Erasmo e domandargli di essere abbracciati.

Tina Cioffo

 

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