Città del Messico dove anche i fantasmi hanno un conto in banca

Nel cuore di Città del Messico è nato un quartiere alla moda chiamato Zona Rosa, detto così perché un tempo molti edifici del posto erano dipinti di rosa. 

Uno degli edifici che spicca maggiormente all’interno di questo quartiere è il centro Bancomer, sempre pieno di vita tanto che al suo interno lavorano più di 10mila persone. 

La sera però quando l’orario di lavoro finisce il centro non è altro che un guscio vuoto, con solo qualche impiegato che si ferma a lavorare fino a tardi, gli addetti alle pulizie e i responsabili della sicurezza.

Ma è proprio di notte che una persona non umana rivela la propria esistenza terrorizzando gli sfortunati che la incontrano. 

Ad incontrarlo per la prima volta furono due cuoche della mensa riservata alla dirigenza della banca, le quali diedero le dimissioni spiegando che un incontro frequente le aveva lasciate troppo traumatizzate per poter continuare a lavorare. 

Quando chiesero loro di raccontare l’accaduto le due iniziarono a parlare di come quando durante le ore tardi del lavoro assistevano ad un brusco calo della temperatura e di sentire un rumore di passi, come di piccoli piedi che si muovono su un pavimento di mattonelle. 

Le donne erano certe che fossero dei passi di un bambino che correva, infatti un giorno quando erano al massimo del disagio videro un bambino apparire dal nulla e mettersi a correre e a saltare, poi passò davanti a loro e poi sparì come se si fosse nascosto dentro la parete della cucina.

Dopo questa visione gli impiegati iniziarono a parlare di strani fenomeni elettrici con luci che si accendevano e si spegnevano da sole e oggetti sulla scrivania che si muovevano da soli, compresi oggetti di cancelleria o bottiglie. 

Persino il dirigente della banca si trovò faccia a faccia con il ragazzino quando, uditi dei rumori fuori dal suo ufficio si affacciò per vedere cosa li avesse prodotti e vide l’immagine spettrale del volto di un bambino che gli sorrideva dal soffitto. 

Ma fu con le guardie della sicurezza che la storia raggiunse il massimo dello spavento, queste nelle prime ore del giorno ricevettero una serie di telefonate di un ragazzino che chiedeva loro insistentemente al telefono “Gioca con me!”

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