CASE A 1 EURO NELLA ZONA DEL PARCO NATURALE DEL VULTURE

Perché i proprietari possono avere interesse a svendere gli immobili

Dal primo progetto pilota di case in vendita a 1 euro che portò in Italia l’emittente televisiva statunitense CNN, ne è passata di acqua sotto ai ponti. E con essa si sono avvicendati tanti altri bandi comunali con cui sono stati messi all’ “asta” immobili al prezzo di un caffè. Tra gli ultimi avvisi comunali quello di Ripacandida la cui area rientra, in parte, all’interno del Parco Naturale del Vulture in Basilicata. Vediamo quindi, più da vicino, di cosa si tratta andando direttamente alla fonte dell’avviso comunale diramato venerdì 4 marzo 2022.

L’avviso pubblico, si legge a chiare note, è volto all’acquisizione della disponibilità per cessione di immobili vetusti del centro storico del Comune di Ripacandida, in provincia di Potenza. L’iniziativa che sta alla base di questa operazione “sui generis” si prefigge il perseguimento di una serie di scopi. In primis, il recupero della funzione abitativa e la rivitalizzazione del Centro Storico. La riqualificazione del tessuto urbanistico-edilizio, nell’ottica del Primo Cittadino, servirà a favorire l’insediamento abitativo di famiglie e di attività turistico-ricettive, e negozi.

Va infatti specificato che chi si aggiudicherà gli immobili ad 1 euro sarà tenuto a rispettare una scaletta di marcia per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli edifici storici. Ed infatti il recupero e la valorizzazione degli immobili di proprietà privata, siti nel Centro Storico della Basilicata, è tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale. Come, del resto, è interesse dell’amministrazione anche l’impulso all’economia locale, attraverso l’impiego di ditte e manovalanza del posto nel processo di recupero. Questi gli interessi in capo al Comune, ma quali possono essere gli interessi dei proprietari che, in buona sostanza, vengono stimolati a liberarsi dei loro beni ad un prezzo simbolico?

Come anticipato, gli immobili che rientrano nell’operazione sono solo quelli “vetusti del centro storico”. Quindi immobili, per lo più, non abitabili o che comunque richiedono importanti interventi di ristrutturazione per essere resi tali. Vetustà che però non esime automaticamente i proprietari dal pagamento delle imposte comunali quali: Tassa Rifiuti, IMU/TASI. Se dunque ci sono proprietari che si trovano sulle spalle il peso di edifici che non intendono abitare e su cui non hanno interesse ad investire, questa potrebbe essere un’opportunità da valutare.  Anche in vista della tanto temuta riforma degli estimi catastali.

Si scongiurerebbe così anche il rischio di essere destinatari di ordinanze di messa in sicurezza di detti immobili. Viene inoltre chiarito che entrare nell’operazione significa anche essere sollevati dalle spese, nessuna esclusa, connesse al regolare passaggio di proprietà del bene. Si intendono per tali quelle notarili e fiscali, la voltura, la successione, anche tardiva e le eventuali sanatorie edilizie.

Tutto ciò premesso, i soggetti eventualmente interessati all’iniziativa, possono inoltrare la manifestazione di interesse al Responsabile del Settore Tecnico del Comune di Ripacandida. I recapiti istituzionali a cui fare capo sono l’indirizzo pec: protocollo.generale.comune.ripacandida@pec.it o l’indirizzo di posta ordinaria del Comune di Ripacandida – Via G. B. Rossi, 3 – 85020 RIPACANDIDA (PZ). Basterà quindi compilare l’apposito modello denominato “ALLEGATO A”, rintracciabile nella pagina istituzionale del Comune, dichiarando la propria disponibilità alla cessione dell’immobile di proprietà. Per prendere inoltre visione dell’intera documentazione, basta andare nella home page del Comune di Ripacandida http://www.comune.ripacandida.pz.it.

Articoli simili

Il mondo che controlla le “Fake News” ha ancora un futuro?

Quando tramite la finzione si può pervenire alla verità

Lavoro, due ville per remote worker