Burger King contro coloranti, conservanti e sprechi

Una pubblicità raccapricciante, che può essere compresa solamente scavando oltre la superficie. Burger King, la nota catena di fast-food conosciuta in tutto il mondo, ha deciso di portare avanti una campagna pubblicitaria dal forte impatto visivo, la quale sicuramente non è stata compresa da tutti. Con lo slogan “Il bello del cibo vero è che diventa brutto”, Burger King ha deciso di mettere in piedi uno spot di 45 secondi, dal titolo “The Moldy Whopper”, nel quale un hamburger viene assemblato passo dopo passo per poi essere il soggetto di un vero e proprio shooting. Il panino rimane lì, ad ammuffirsi per quattro settimane senza essere toccato. In questi 28 giorni al panino accade di tutto, inizia a crearsi uno strato di muffa su tutto l’hamburger, si secca, praticamente è disgustoso non solo da mangiare ma anche da vedere. Per di più la colonna sonora che accompagna la manciata di secondi rende ancora di più l’idea dietro lo spot, capace di provocare nello spettatore un senso di piacere e di disgusto allo stesso tempo. La qualità HD delle immagine inoltre riesce a dare quel tocco in più per vedere in modo nitido tutti i cambiamenti dell’hamburger nell’arco delle quattro settimane.

Ma quale è il senso dietro tutto questo? Il riferimento più chiaro è quello rivolto alla volontà della catena di togliere progressivamente conservanti, coloranti e sapori artificiali dal cibo che viene servito alla clientela del fast-food. Lo ha ribadito anche Fernando Machado, il Global Chief Marketing Officer di Burger King, che sta rivoluzionando la famosa catena, principalmente con questo grande cambiamento. Infatti l’obiettivo è proprio quello di rendere il più naturale possibile tutte le pietanze del Burger King. Tutto questo inoltre fa parte di un progetto più grande, non solo in contrasto col grande rivale Mc Donald’s, ma soprattutto in favore dell’ambiente, visto e considerato che già in alcuni fast-food del Burger King sono già attivi progetti in fase di sperimentazione interamente plastic free, così da eliminare cannucce, posate e altri elementi di plastica. E non è finita qui, perché anche la cottura della carne viene effettuate prevalentemente utilizzando esclusivamente il grasso della stessa. Piccoli cambiamenti, in un mare magnum dove anche il minimo gesto può fare la differenza. Insomma, i mantra inseguiti dalla catena internazionale tra innovazione, attenzione all’ambiente, tutela della salute alimentare e riduzione degli sprechi sta facendo il suo corso e speriamo ottenga i risultati attesi e venga presa come riferimento anche per altre realtà più o meno analoghe.  

Giulia Baldini

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