Boschi o ambienti aperti? L’importanza della biodiversità

Negli ultimi anni si dibatte sempre più spesso di cambiamenti climatici, consumo del suolo, perdita di biodiversità e di come contrastare questi fenomeni.

Una delle soluzioni maggiormente proposte e più adottate in Italia è la riforestazione. In effetti, i boschi e le foreste sono habitat importanti che hanno molte funzioni. Si stima che nel mondo contengano l’80% della biodiversità terrestre di fauna e flora; inoltre, sono un importante polmone verde, in grado di assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno, anche se in realtà il 50% dell’ossigeno sul pianeta viene dal fitoplancton oceanico; sono inoltre essenziali per evitare frane e smottamenti lungo i pendii.

La deforestazione è un grave problema in tutto il mondo, ma particolarmente in Africa, Asia e Sud America. In Europa, invece, soprattutto in Italia, la situazione è diversa. Nel nostro paese, dal secondo dopoguerra a oggi, la superficie boschiva è raddoppiata (da 5,5 a 11 milioni di ettari): rimboschimenti ed abbandono dei pascoli hanno permesso l’aumento deciso della superficie boschiva, anche se spesso con piante alloctone che non aiutano la biodiversità. C’è bisogno di altri rimboschimenti?

Il problema vero per la biodiversità, come molti ecologi sottolineano, è invece un altro, il drammatico calo delle specie, soprattutto di uccelli, degli spazi aperti.

La perdita di ambienti acquatici – come le paludi – dei prati, pascoli, brughiere, baragge e steppe aride ha ridotto sensibilmente il numero degli animali tipici di questi habitat.

Il passaggio dall’agricoltura estensiva a quella intensiva ha causato un’ulteriore riduzione di biodiversità per l’uso massiccio della chimica nelle coltivazioni, la distruzione di habitat naturali e la cancellazione progressiva di siepi e filari di alberi lungo i campi coltivati. Ne hanno risentito gli invertebrati, in particolare gli insetti e di conseguenza gli uccelli: specie come Ortolano, Averla cenerina, Allodola e altre tipiche di questi ambienti sono sempre più rare. Per questo, quando si parla di miglioramenti ambientali e incremento della biodiversità in Italia, bisognerebbe puntare a progetti per ripristinare gli ambienti aperti e non solo le foreste.

Per approfondire:

https://www.isprambiente.gov.it/files2020/notizie/FAQgiornatainternazionaleforeste3.pdf

http://www.parcovalgrande.it/pdf/Avifauna.ambientiaperti.pdf

Daniele Capello

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