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Ambiente & Società

Ambiente, 3Bee racconta la grandinata di Mortegliano

Nella quarta puntata di The Great Meltdown 2 c’è il racconto con interessanti proposte e soluzioni concrete per combattere i disastri climatici

Ambiente ancora protagonista con la quarta puntata di The Great Meltdown 2. Il film realizzato da 3Bee si concentra sulle grandinate estreme del 2023 avvenute nel Friuli-Venezia Giulia. La regione si è aggiudicata la “medaglia d’oro” per il chicco di grandine più grande d’Europa, con un diametro di 19 cm. Ed è proprio in questo contesto che diventa fondamentale il monitoraggio tramite la tecnologia, per dar vita a soluzioni mirate in grado di prevenire questi eventi. A differenza del primo film, che esplorava i disastri ambientali causati direttamente dalle azioni umane, questa nuova stagione si concentra sugli effetti devastanti degli eventi climatici estremi. La durata della grandinata è stata di quasi 5 minuti distruggendo facciate, tetti, pannelli solari in un piccolo paesino di poco meno di 5mila abitanti. 

Il ruolo di 3Bee

3Bee, azienda leader in climate tech, racconta con questa quarta puntata quanto è accaduto a Mortegliano (UD) la scorsa estate. Il team di 3Bee intervista un abitante del paese che racconta di essersi ritrovato in Tangenziale completamente circondato da una nube nera e carica di elettricità. Da quel momento è partito un fortissimo vento e, a seguire, si è scatenata la grandinata. C’è una modalità per ridurre la grandine? All’interno della puntata, 3Bee spiega la geoingegneria. Il metodo consiste nell’iniettare nelle nuvole sostanze come ioduro d’argento e sali inorganici che agiscono, insieme al pulviscolo atmosferico, creando più nuclei di condensazione per l’umidità e/o cristalli di ghiaccio, riducendo la dimensione delle gocce di pioggia e dei chicchi di grandine. Questo permette potenzialmente di controllare e di ridurre la gravità di eventi di grandine e pioggia potenzialmente gravi. Si tratta di una metodologia sperimentata un po’ in tutto il mondo, a partire dagli anni ’60, che ha dato buoni risultati ma che è ancora oggi oggetto di studio. 

Francesco Fravolini

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