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Salute&Sport

L’addio al ciclismo di Annemiek Van Vleuten

Con la passerella finale nell’ultima tappa del Simac Ladies Tour (Giro d’Olanda) si è chiusa la gloriosa carriera ciclistica di Annemiek Van Vleuten. A un mese dal compiere 41 anni, la “cannibale” olandese ha concesso l’ultimo ballo sulle strade di casa, ricevendo lo scorso 10 settembre sul traguardo di Arnhem la meritata ovazione dal pubblico amico ma anche di quello di tutto il mondo. 

Un campionessa vera con un soprannome pari a quello di Eddy Merckx, di cui può essere considerata la controfigura nel ciclismo femminile. Un palmares di 104 vittorie professionistiche in carriera, tra le quali le gare più importanti del circuito: 4 Giri d’Italia, 1 Tour de France e 3 Vuelta a España tra le gare a tappe, 2 Giri delle Fiandre e 2 Liegi-Bastogne-Liegi tra le corse di un giorno più 4 titoli mondiali (2 a crono e altrettanti in linea), un oro olimpico a cronometro e un titolo europeo. La ciliegina sulla torta è stata la stagione 2022, indubbiamente la sua migliore, con i successi finali nei tre Grandi Giri e il titolo mondiale a Wollongong.

Van Vleuten è stata un’atleta che con le sue imprese ha portato il ciclismo femminile a fare grandi passi in avanti dopo anni di scarsa attenzione mediatica dopo gli addii di Jeannie Longo e Fabiana Luperini. Difficile pensare a tanto, dopo il grave infortunio subito alle Olimpiadi di Rio 2016 quando cadde rovinosamente rischiando di chiudere la sua carriera (commozione cerebrale e frattura spinale). Ma come molti ciclisti è stata in grado di rialzarsi e tornare piu forte di prima, vincendo tutto quello che c’era da vincere, lasciando un segno tale che a Valkenburg, sulla mitica salita del Cauberg, le è stata appena intitolata una strada, Annemiek Van Vleuten Allee.

Daniele Capello

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