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Perché Sanremo è Sanremo, non per tutti però


Era dalla fine degli anni ’80 che non seguivo il festival di Sanremo. Ieri sera, su suggerimento di una mia amica, ho deciso di rivedere quello che da tutti è definito come il Festival della canzone italiana. Da premettere che nella mia mente erano vivi i ricordi delle ultime edizioni viste insieme alla mia famiglia, papà, mamma e sorella, nella mia adolescenza quando si aspettava tanto questo appuntamento e addirittura registravo le canzoni dalla televisione con un vecchio stereo portatile a cassette per poi ricantarle in casa.

Con il trascorrere degli anni, poi, il Festival, almeno per me, ha perso molto soprattutto quell’interesse nel vederlo e nell’ascoltare musica di qualità fatta da cantanti con la “C” maiuscola e non da semplici meteore o improvvisatori. Comunque, a distanza di anni la mia idea non è cambiata. E’ un parere personale ma la maggior parte dei big in gara sono del tutto sconosciuti. Oggi si entra nei big solo perché si è partecipato ad un talent o perché si è un influencer, ma una cosa è la popolarità una cosa è la bravura e la competenza musicale. Sta di fatto che il massimo dello share, almeno da quanto ho appreso su internet, si è avuto in concomitanza dei super ospiti musicali che hanno calcato il palco del Festival di Sanremo. Non credo che sia un caso. La buona musica e i testi altrettanto eccellenti al giorno d’oggi sono decisamente rari, almeno per quanto mi riguarda. Quello che ho notato è che è mancato un presentatore nel vero senso della parola, un conduttore che potesse guidare con il piglio giusto la manifestazione, Bisio e Salvatore sono ben altro comici ma non presentatori, mentre Baglioni è bravissimo quando canta le sue canzoni, non altrettanto quando vuole fare lo spiritoso o vuole condurre la trasmissione. Secondo me bisognerebbe rivedere l’intera impostazione del Festival anche se i dati d’ascolto dimostrano che gli italiani sono ancora affezionati alla kermesse canora. Anche se c’è da dire che durante il Festival la concorrenza televisiva, sbagliando, non propone una valida alternativa, quindi il Festival ha gioco facile nel raggiungere tali vette. Comunque viva sempre la canzone italiana, quando è d’autore, e viva gli italiani che con Sanremo per una settimana sono sintonizzati su Rai 1. Io continuerò a non vedere il Festival e a guardare altri programmi più interessanti. Buon Festival a tutti o almeno a chi lo guarda

Stefano Venditti 

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