Nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì La Giornata internazionale delle Donne e delle Ragazze nella scienza, che si celebra ogni anno l’11 febbraio con programmi che si protraggono per diversi giorni.
Difatti, istituzioni accademiche, centri di ricerca e aziende tecnologiche organizzano eventi, conferenze e attività di divulgazione per mettere in luce i successi delle scienziate e ispirare le nuove generazioni, ma non basta anche se di progressi ce ne sono stati.
Cosa è cambiato sino ad oggi? Sicuramente l’appuntamento è utile per sensibilizzare l’opinione pubblica a incentivare politiche a favore della parità di genere.
L’eguaglianza di genere è stata da sempre un tema di centrale importanza per le Nazioni Unite. Sin dalla sua fondazione, infatti, l’ONU ha riconosciuto la parità e l’emancipazione femminile come contributi cruciali allo sviluppo economico globale, e negli ultimi anni, al progresso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Tuttavia, sebbene, come accennavamo, ci siano stati dei progressi, i dati dimostrano che c’è ancora molta strada da fare, e che se si procede a questo ritmo potrebbero volerci decine di anni per raggiungere la parità. Ad oggi le donne rappresentano ancora il 33% dei ricercatori a livello globale, e meno del 30% delle studentesse universitarie sceglie corsi di laurea nelle discipline STEM.
Il problema della disparità di genere nella scienza non è solo una questione di numeri, ma di cultura. Il modo in cui la società percepisce il ruolo delle scienziate, la mancanza di modelli di riferimento e la difficoltà di conciliare carriera e vita personale sono tutti fattori che contribuiscono al persistere del divario di genere.
L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si articola in nove punti principali.
Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze.
Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo.
Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili.
Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali.
Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.
Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato nel Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d’Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle successive conferenze.
Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali.
Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna.
Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli.
By Bruno Cimino