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Van der Poel re della Roubiax, ma Pogacar può vincerla in futuro

La Parigi-Roubaix corsa lo scorso 13 aprile ha dato delle certezze. La prima è Mathieu Van der Poel, un cecchino quasi infallibile nelle classiche monumento: il suo terzo successo consecutivo nella corsa francese lo porta ala pari di Octave Lapize e Francesco Moser, a una sola affermazione da De Vlaeminck e Boonen, recordman della competizione; inoltre arriva a quota otto monumento vinte in carriera, raggiungendo Tadej Pogacar

Proprio lo sloveno è la seconda certezza: il suo secondo posto, a un minuto dal vincitore, alla prima partecipazione, dimostra che può far sua la Roubaix un giorno: senza la caduta in curva a 38 km dal traguardo, lo sloveno avrebbe potuto lottare fino alla volata con il nederlandese. L’ultima  certezza, sperando in una smentita nella prossima stagione, è il viale del tramonto imboccato da Van Aert: quest’anno il belga ha preparato esclusivamente Fiandre e Roubaix, portando a casa solo due quarti posti: considerato fino a due anni fa al pari di van der Poel, vanta solo una monumento fino in bacheca, la Sanremo 2020. Male gli italiani, vittime di varie cadute e forature: Ganna chiude solo 13º a quasi cinque minuti.

Al femminile invece tutta un’altra storia: era dal 1993 che un francese non vinceva la monumento di casa. Ci è riuscita con un’azione in solitaria di 25 km Pauline Ferrand-Prevot, vera leggenda del ciclismo femminile. Rientrata a correre su strada lo scorso anno dopo sei stagioni (escluse le partecipazioni ai campionati nazionali), l’atleta transalpina conquista un successo dopo dieci anni su strada, dopo aver vinto titoli mondiali in ogni disciplina outdoor del ciclismo (strada, mountain bike, ciclocross e gravel) e l’oro olimpico di mountain bike 2024.

Grande Italia al femminile con quattro ragazze in top10 (nonostante l’assenza della Longo Borghini) con un gran secondo posto di Letizia Borghesi.

Daniele Capello

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