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Un anno fa vincevamo Euro2020

Lo scorso 11 luglio abbiamo festeggiato i 40 anni dalla vittoria del Mondiale di Spagna ’82. Ma nella stessa data lo scorso anno abbiamo gioito per un altro successo della Nazionale italiana di calcio, anche se l’eliminazione da Qatar 2022 ce lo ha fatto forse dimenticare.

L’11 luglio 2021 infatti l’Italia di Roberto Mancini si laureava campione d’Europa vincendo la finale di Londra contro i padroni di casa dell’Inghilterra. Situazione diversa da quella di Spagna ’82 perché alla vigilia di Euro 2020 (denominazione invariata anche se disputata nel 2021), primo e probabilmente ultimo europeo itinerante della storia, la Nazionale italiana aveva intorno a sé un alone di fiducia nettamente superiore a quella di Bearzot 40 anni fa. Nonostante i soliti “gufi”, che hanno in realtà portato fortuna a Mancini lo scorso anno, c’era speranza di fare bene per i risultati che la squadra stava macinando nei precedenti mesi. 

Roberto Mancini aveva ereditato le macerie della Nazionale di Gian Piero Ventura che aveva mancato la qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 e aveva ricostruito un bel gruppo. L’Italia aveva vinto facilmente il suo gruppo di qualificazione (10 vittorie in 10 partite) contro Finlandia, Bosnia, Grecia, Armenia e Liechtenstein. Aveva dominato poi il suo girone della prima fase giocata a Roma con 3 successi e zero gol subiti contro Svizzera, Turchia e Galles, giocando anche un bel calcio propositivo e moderno. Agli ottavi poi la fatica con l’Austria, battuta ai supplementari e i quarti con il Belgio: un 2-1 con una prestazione nuovamente convincente. Arriva quindi la semifinale con la Spagna dove soffriamo nettamente il loro gioco ma vinciamo ai rigori.

L’inattesa finale tra Italia e Inghilterra la ricordiamo tutti, in particolar modo il loro vantaggio immediato, il pareggio di Bonucci, la super-trattenuta di Chiellini a Saka lanciato a rete da metà campo (diventato il meme più usato sui social in quei mesi) e infine la serie di rigori che ci premiò nonostante gli errori sul secondo e quinto tiro.

Daniele Capello

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