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Stefano Mele presenta il suo singolo “A Natale”

Il brano musicale è uscito il 16 dicembre 2020 nelle radio e su tutte le piattaforme digitali. Prodotto, arrangiato e mixato da Zä e Stefano Mele presso gli studi londinesi Flux Fledge, il singolo è distribuito dall’etichetta sarda La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto.

Il nuovo singolo di Stefano Mele racconta la storia contemporanea, sofferma l’attenzione sulle contraddizioni del periodo storico, favorisce una riflessione sui comportamenti sociali. I riferimenti adottati da Stefano Mele sono il rapido avvento del populismo in politica, le ipocrite ideologie religiose, il mondo dell’arte e della cultura non valorizzato adeguatamente. È interessante ascoltare l’incipit e la chiusa soul di “A Natale” perché incorniciano una ballata rock, dalla forte vena cantautorale. La linea musicale portante del pianoforte e l’organo blues disegnano un brano dallo sviluppo armonico raffinato e intenso, à la Alberto Fortis. Con Stefano Mele vogliamo approfondire le particolarità del momento storico con un focus sui comportamenti delle persone e della politica.

Le persone come vivono il Natale nel periodo del Covid?

«Penso che questo sia davvero un periodo che definire particolare è riduttivo; credo sia unico. Paragonabile al tempo di guerra, per intenderci. Il Natale da sempre è sinonimo di abbraccio, di fratellanza, di comunione e nascita. Tutto ciò ora come può specchiarsi in questo mare nero che è il Covid? Siamo impotenti e frustrati, ma solo apparentemente se ci pensiamo bene. Credo che possa essere occasione, in verità, di riflettere nel profondo sulla natura vera di questa festa: più strettamente abbiamo l’occasione finalmente di darle una ossatura più razionale, laica ma anche più autentica e solidale. Rimettere in discussione i vecchi cliché e dogmi e tornare a donarci un messaggio vero di fratellanza in sintonia con la Natura, così tanto maltratta dal nostro sistema natalisticonsumistico (passatemi questo mostro verbale)».

Quale ruolo gioca la politica in questo momento storico?

«La politica per forza di cose ha un ruolo centrale su tutto, nel bene e nel male. “La storia siamo noi”, diceva De Gregori. Aggiungerei che la politica siamo noi. Noi abbiamo il potere, mai veramente attuato, di fare vera politica con le nostre abitudini, con le nostre coerenze, offrendo concreti e razionali modelli di comportamento. Ci troviamo disorientati di fronte ai politici, i quali, avendo l’opportunità di dare un cambiamento drastico e necessario ai vecchi modelli di politica, sguazzano nello stagno del compromesso. Bisognerebbe avere la forza di negare senza compromessi ciò che riteniamo ingiusto, i meccanismi economici che distruggono l’ambiente, che reprimono le individualità e moltiplicano razzismi, intolleranze, odi e chiusure mentali».

Chi è Stefano Mele?

È nato nel 1978, cantautore nuorese, vive e lavora a Firenze da circa 15 anni. Appassionato di folk sardo, musica popolare sudamericana, blues, rock-blues e canzone d’autore italiana, già cantante e frontman in diverse formazioni musicali locali fiorentine (tra le quali la GetBack _Beatles tribute band), approfondisce negli ultimi quattro anni lo studio della chitarra ritmica e inizia a comporre brani in italiano. Si ispira nella scrittura alla tradizione cantautorale italiana, in particolare a De André, De Gregori, Lucio Dalla, Rino Gaetano, Vinicio Capossela. Ha all’attivo l’album “Fato e Logica”, pubblicato nell’aprile 2019. Gli arrangiamenti del disco sono di Luca Becchelli. Attualmente Stefano Mele sta lavorando ad un nuovo progetto discografico, di prossima pubblicazione per La Stanza Nascosta Records.

Francesco Fravolini

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