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Sanremo 2025 festival della sostenibilità o del greenwashing

Il Festival di Sanremo 2025 si è presentato con un obiettivo ambizioso: diventare un evento più sostenibile. Tra una gestione ottimizzata dei rifiuti, l’uso di energia pulita e incentivi alla mobilità green, gli organizzatori hanno puntato a ridurre l’impatto ambientale della manifestazione. Ma la domanda che sorge spontanea è se queste misure siano realmente efficaci o se si tratti solo di un’operazione di marketing.

Le iniziative green del Festival

Greenpeace ha sollevato dubbi sulla coerenza di questa svolta sostenibile, puntando il dito contro gli sponsor del Festival. La presenza di aziende come ENI, Costa Crociere e Coca-Cola tra i partner principali sembra contraddire gli intenti dichiarati, facendo apparire il tutto come un’operazione di greenwashing più che una vera transizione ecologica. Le misure introdotte dal Festival includono una gestione più rigorosa della raccolta differenziata con un incremento degli eco-punti e una riduzione dei rifiuti non riciclabili del 30% rispetto al 2024.

L’illuminazione degli spazi sarà interamente affidata a luci LED a basso consumo, sebbene non siano stati forniti dettagli sulla provenienza dell’energia utilizzata. Per quanto riguarda la mobilità, sono previsti incentivi all’uso del treno grazie a una partnership con Trenitalia, anche se rimane da verificare se artisti e ospiti rinunceranno davvero ai tradizionali SUV per sposare una mobilità più sostenibile. Inoltre, verranno eliminati i materiali plastici monouso in favore di alternative biodegradabili. Il Festival promette infine di monitorare la propria impronta di carbonio per migliorare le edizioni future, ma non è ancora chiaro se questi dati saranno resi pubblici.

Luci e ombre date dagli sponsor

La scelta degli sponsor, tuttavia, rappresenta un evidente punto critico. ENI, attraverso le sue divisioni Plenitude ed Enilive, si presenta come un’azienda impegnata nella transizione energetica, ma continua a investire massicciamente in petrolio e gas. Costa Crociere, nonostante i proclami di sostenibilità, opera in un settore ad alto impatto ambientale, con le navi da crociera che rappresentano una delle fonti più inquinanti per i mari. Coca-Cola, da parte sua, è stata più volte indicata come il principale inquinatore globale da plastica e, invece di aumentare gli sforzi per la sostenibilità, ha recentemente ridimensionato i propri obiettivi in questo ambito.

Greenpeace ha richiesto trasparenza sui finanziamenti ricevuti dagli sponsor e sugli spazi pubblicitari loro concessi, ma al momento non ha ricevuto risposte soddisfacenti. La questione principale rimane: può davvero un evento essere considerato sostenibile quando i suoi principali partner commerciali operano in settori notoriamente dannosi per l’ambiente? Il rischio di greenwashing è concreto e, ancora una volta, il Festival di Sanremo potrebbe trasformarsi in una vetrina per aziende che, dietro una patina ecologica, continuano a inquinare il pianeta.

L’importanza economica del Festival per Sanremo

Oltre alla questione ambientale, Sanremo resta un evento fondamentale per il turismo e l’economia della Liguria. Ogni anno la manifestazione porta un significativo indotto economico alla città, con alberghi prenotati con mesi di anticipo e un boom di affari per ristoranti, bar e negozi. I benefici si estendono a numerosi operatori locali, dai tassisti ai commercianti, rafforzando il legame tra il Festival e la crescita economica della regione. Sanremo, durante i giorni della kermesse, diventa un palcoscenico a cielo aperto, con eventi collaterali, ospiti internazionali e una costante attenzione mediatica. La portata culturale e mediatica del Festival rimane indiscutibile. Le performance in gara influenzano le tendenze musicali dell’anno e le canzoni diventano colonna sonora di intere generazioni. Il pubblico segue con passione ogni dettaglio, dai look degli artisti alle dinamiche dietro le quinte, trasformando Sanremo in un fenomeno di costume che va oltre la musica.

Negli ultimi anni, il Festival ha cercato di ridurre il proprio impatto ambientale con iniziative mirate, introducendo misure per limitare gli sprechi e favorire l’uso di materiali riciclabili. Anche le emissioni legate ai trasporti e alla logistica sono sotto osservazione, con incentivi alla mobilità sostenibile. Tuttavia, la presenza di sponsor legati ai combustibili fossili e alla plastica monouso getta un’ombra sulle reali intenzioni di questa svolta ecologica. Se Sanremo vuole davvero essere un modello di sostenibilità, forse dovrà dimostrare con maggiore trasparenza e coerenza il proprio impegno ambientale.

Riccardo Pallotta©

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