In questi giorni esce il terzo album della cantate romana, abbinato ad un discofilm
Il 16 maggio uscirà il concept album della cantautrice Romina Falconi intitolato “Rottincuore”, un disco che contiene 13 brani, “Rottincuore Lacrimosa”, “Ti maledico”, “Io ti includo”, solo per dare alcuni titoli, più due feat. con Roberto Casalino e Immanuel Castro.
Ad anticipare l’uscita dell’album la Falconi, con i suoi collaboratori della Freak&Chic, proporrà un Discofilm mediometraggio ispirato allo stesso vinile, che verrà proiettato nelle sale cinematografiche italiane tra il 6 e il 15 maggio. Il film è interpretato dalla stessa cantautrice, con attori e attrici che offrono al pubblico un viaggio emotivo, crudo e grottesco, dove il dolore si trasforma in arte e l’autobiografia della protagonista diventa un tutt’uno con l’immaginazione.
A spiegare quest’ultimo concetto è la stessa Romina Falconi che, in un intervento di alcuni anni fa nel Talk “9Muse”, confidava senza mezze misure che, “la mia vita è come un videogioco, mai una via di mezzo, ho vissuto momenti o altissimi o bassissimi. Vengo da Torpignattara, quartiere che è il Bronx di Roma (…) qui ho sviluppato l’empatia captando gli umori della gente, non perchè sia più arguta degli altri, ma perchè, con uno sguardo, devi capire se quello che hai di fronte ti voglia dare un saluto o una coltellata”.
Romina Falconi è prodigiosa, certamente perchè è riuscita a trasformare un’infanzia e un’adolescenza difficili in una vita (ancora oggi complicata) di consensi e di successi professionali. Ma soprattutto è riuscita a diventare una delle cantanti più originali ed esclusive nell’attuale scena italiana.
Nata a Roma il 1° gennaio 1985, nel 2007 arriva in finale nella categoria giovani del Festival di Sanremo, con il brano “Ama”, seguono poi collaborazioni con artisti e produttori, tra cui Fabri Fibra, Big Fish e Nesli, nel 2009 è corista nel tour mondiale di Eros Ramazzotti e tre anni dopo la troviamo nella squadra di Morgan a X Factor. Ha all’attivo tre album e innumerevoli canzoni.
Lei, per guadagnare qualcosa che le consentisse di contribuire al sostentamento della famiglia, a 12 anni ha iniziato ad esibirsi nel locale dove la madre lavorava come cameriera. E in quella sua storia dolce e amara, divertente e struggente, ha capito che il suo destino professionale doveva essere quello della cantante. Sentendo l’esigenza di scrivere le sensazioni, le paure, le sconfitte, gli amori, le delusioni, vissute sulla propria pelle e avendo creatività da vendere ed emozioni da trasmettere, non poteva che diventare cantautrice.
Una madre (“che è il mio essere umano preferito”) che si è ritrovata a crescere i figli da sola, (“ma non ha mai perso l’ironia e il coraggio”), una fratello mancato troppo presto vittima di un incidente stradale (“lui era la mia bella copia, quando è mancato ho espresso l’istinto di rabbia più forte che abbia mai vissuto”), poi tanti fans che tifano per lei, perchè le strofe delle sue canzoni e i ritornelli, sono tutti messaggi che rappresentano la traduzione verbale, addirittura palpabile, delle emozioni, dei dolori, delle ansie, delle speranze e della voglia di riscatto, di tanti giovani (ma non solo) che vedono in lei uno dei pochi riferimenti in grado di rappresentarli. E di capirli.
Il provocatorio “Io ti includo”, è diventato la colonna sonora dello scorso Varese Pride, nonché uno dei principali “inni” della comunità LGBTQIA+.
Attenzione però: il titolo così spudoratamente a doppio senso, racchiude altri doppi sensi che, invece di trascinare il brano verso il volgare, lo ergono “con orgoglio e rancore” verso un intelligente tripudio di ironia e rabbia, che diventano poesia, per “i figli dell’arcobaleno”. Romina Falconi nelle proprie canzoni ama giocare con le parole, dando loro una spinta attraverso quel “sentirsi favolosamente incazzata” (parole sue), che caratterizza i suoi testi.
Con il singolo “Magari muori”, l’artista romana ha voluto scrivere una sorta di filosofia di vita, cantando, con cognizione di causa, “goditi la vita, che poi magari muori, e vivi al massimo da qui fino ai crisantemi”.
Con “Ringrazia che sono una signora”, la Falconi trasmette il messaggio che “la mia vendetta è riderti in faccia”, mentre in “Vuoi l’amante”, emblematico è il passaggio, “… dicevo, lui qualcosa di buono avrà, mi ama ma non lo sa e altre banalità… che scema !!”.
Ma torniamo indietro di oltre dieci anni: Romina si accorge che le case discografiche cercano di omologarla a quel pop femminile, rassicurante e italiano, che piace così tanto (ma poi a chi??). Ma lei, volendosi adeguare, trova solo porte chiuse. Così scrive “Il mio prossimo amore”, sfogo dopo tante delusioni sentimentali e con l’eloquente, “…il mio prossimo amore …le paga per tutti…, non c’è un cazzo di libretto di istruzioni, per sapere stare al mondo senza dolori”.
E qui, quelli influenti che contano, le dicono che non scrive “con la penna, ma con il piede di porco”.
Così con i suoi più stretti amici-collaboratori, apre una casa discografica (Freak & Chic) e dopo tre anni e mezzo di gestazione esce il suo secondo album, “Biondologia”, con “Poesia nera”, che parla di rimpianti, “Le 5 fasi dell’amore”, “Sei mejo te” e “Cadono saponette”.
Il primo risale al 2015, si intitolava “Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio”.