Rodolfo Valentino nacque in provincia di Taranto, poi approdò negli Usa, da dove iniziò la carriera d’attore
Centotrent’anni fa nasceva Rodolfo Valentino, il primo sex symbol della storia del Cinema mondiale, colui che, ancora oggi, la sola citazione del nome è sinonimo di conquista dei cuori femminili, di bellezza mediterranea, di Latin Lover.
Nacque infatti il 6 maggio del 1895 a Castellaneta, in provincia di Taranto e da giovane studiò in un istituto agrario di Genova. Il suo nome completo era Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi; secondo studi effettuati dal padre, la sua stirpe discendeva da una famiglia nobile dal nome di “Valentina d’Antonguella”, fu così che Rodolfo, una volta entrato nel mondo del cinema, si diede il soprannome di Valentino. La madre invece era una francese, originaria di Torino.
Dopo varie peripezie, dovute anche alla prematura morte del padre, alla quale Rodolfo reagì con un impeto vagabondo, ecco che a soli 18 anni per cercare fortuna decide di imbarcasi per gli Stati Uniti, come molti italiani di allora, arrivando a New York. .
E’ il 1921, siamo negli Usa e il regista Rex Ingram, un irlandese naturalizzato americano, chiama Rodolfo Valentino per interpretare il ruolo del “bel tenebroso” nella parte di Julio Desnoyers nel film “I quattro cavalieri dell’Apocalisse”. La pellicola, tratta da un romanzo di Vincente Blasco Ibanez, è subito un successo e la scena in cui Rodolfo Valentino balla un sensuale tango con una ragazza conosciuta in una bettola “fumosa”, rimane ancora oggi una pietra miliare del grande schermo.
Valentino è subito un mito. Le donne impazziscono per lui. Davanti a quelle immagini migliaia di ragazze danno vita ad atteggiamenti di isterismo per quel fascino magnetico del perito agrario tarantino.
Dopo le immagini che lo ritraggono nei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, gli uomini americani sono gelosi di questo italiano: negli Stati Uniti si contano numerosi casi di famiglie rovinate dal fascino di questo latin lover. Al punto che, anche per invidia, inizia a correre voce che Rodolfo Valentino fosse omosessuale. Si insinuava che il film girato con il regista Rex Ingram, vedeva protagonista Valentino grazie alla relazione gay tra i due.
Ma, se vogliamo, queste voci accrescono ancor di più l’interesse verso questo attore, bello, con i lineamenti del viso molto fini; ed espressivo, come nessun altro. Poi è tanto misterioso.
Rodolfo era concittadino del musicista Domenico Savino, che in America ebbe grande successo e fu proprio questo artista a consigliare a Rodolfo di cercare fortuna negli Usa .
Il primo passo verso il successo giunse proprio grazie ad un’imbeccata di Savino che lo introdusse nel Maxim Club, un night in cui Rodolfo Valentino mise in mostra le sue doti di ballerino con il ruolo di partner per balli di coppia.
Ciò gli portò fortuna, visto che in questa veste conobbe la ballerina Bonnie Glass che gli permise di entrare nel contesto dell’arte statunitense. Poco dopo Valentino lascia New York per San Francisco, poi entra in una compagnia teatrale di operetta. Questa fu l’esperienza determinante nella carriera del grande attore, propedeutico al grande salto ad Hollywood.
Entra nel mondo del cinema (allora ancora muto) in punta di piedi: i primi film in cui viene ingaggiato come attore furono dei successi, ma per lui venivano previste parti marginali. Voleva imparare l’arte della recitazione e del cinema attraverso il duro lavoro sul set. Recita come comparsa in ventiquattro pellicole, tra cui “Donna che ama”, il suo primo film nel 1914, “La Corsara”, “Patria”, “L’Avventuriero” e, nel 1920, “Stolen Moments”. Ma i registi intuirono che Rodolfo Valentino era un attore a cui bisognava dare fiducia con ruoli di primo piano.
Sempre nel 1921 Valentino è un personaggio di primo piano nella “Signora delle Camelie”, dal celebre romanzo di Alexandre Dumas: interpreta infatti Armand, il protagonista della struggente storia d’amore con Marguerite.
Lui suggella il proprio ruolo di mito della bellezza e del fascino maschile con “Il giovane Rajah”, “L’età di amare”, ma soprattutto con “Sangue e arena” e “Lo sceicco”.
All’apice del successo, e dopo aver girato “Il figlio dello sceicco”, Rodolfo Valentino una sera si sente male. Lo portano in ospedale a New York, dove gli viene diagnosticata un’infiammazione grave all’appendice vermiforme. Muore il 23 agosto del 1926 di peritonite.
Dopo la sua dipartita vennero organizzati ben due cortei funebri, uno a New York, l’altro a Hollywood.
Era il 1926, Rodolfo Valentino aveva 31 anni ed era in vetta alla carriera.
by Fabio Buffa