Con le dovute differenze epocali, chi sono oggi i nuovi Nemrod, Stalin, Hitler, Lenin, Attila, Rodrigo Borgia, Mao Zedong, Torquemada, Nerone, Vlad III di Valacchia, eccetera?
by Bruno Cimino
Sono talmente tanti i misteri che condannano la deleteria politica che non basterebbero mille pubblicazioni sui patti scellerati tra coloro che detengono le redini del potere, sia esso politico, industriale o religioso.
Gli ultimi aberranti avvenimenti internazionali ci impongono serie riflessioni sulla fiducia che concediamo a chi decide il destino del pianeta.
Tutte le forme di governo che reggono il destino delle nazioni sono oramai inaffidabili, superate e ci troviamo a non più di “90 secondi dalla mezzanotte”.
Non meno grave sono i cinque anni rimanenti, indicati due anni fa dalla Global Commission on the Economy and Climate come “il punto di non ritorno per fermare i cambiamenti climatici”.
Le nuove pretese geopolitiche che si vorrebbero imporre sono alla base di questi avvertimenti poiché l’uomo al comando è tra gli esseri viventi il più pericoloso, a qualunque livello si trovi.
Tuttavia è lecito domandarsi se esistano politici idealisti, che amano rincorrere le utopie per il bene della società. Certo che sì, ma sono gocce in un oceano in burrasca e talmente pochi che, come una noce dentro un sacco, non fanno rumore.
Se già 250 anni prima della nascita di Cristo Platone, rivolgendosi a coloro che disdegnavano la politica, diceva che: “Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori”, oggi dobbiamo chiederci
quale significato abbia, in sé, il partecipare alla cosa pubblica.
“Populisticamente” affermerebbe qualcuno, significa entrare a far parte di un sistema assodato, certamente corrotto e disponibile ad ogni compromesso.
Come dire che l’irrazionale è diventato normale consuetudine del modus vivendi et operandi.
In materia di insensate decisioni politiche che riguardano il divenire sociale l’Italia è caposcuola.
Molto passa come l’acqua sotto i ponti, ma ancora brucia l’attacco alla lira nel 1992, le pessime modalità di passaggio dalla lira all’euro, lo smembramento delle aziende statali ancora in atto, le inchieste di Mani Pulite, gli scandalosi intrallazzi con le mafie per appalti di lavori fine mai, i furtivi giri da una tasca all’altra di bustarelle valutate dalle cronache nere a centinaia di miliardi! Le sciagure belliche, finanziarie o terroristiche, a cui fanno seguito stanziamenti indicibili per avere poi risultati sul nulla, mettono sul lastrico migliaia di famiglie.
Al dunque la politica nuoce gravemente alla gente comune di tutto il mondo poiché, ritornando all’inizio del nostro j’accuse, solo degli imbecilli possono provocare o sostenere le guerre.
E se le guerre sono le madri di tutti i mali, con il resto delle decisioni dei potenti i risultati sono quanto di più abominevole si possa subire passivamente.
Insomma, entrare nelle dinamiche sempre altalenanti e in continua metamorfosi su come si svolge l’attività politica, in Italia o nel mondo, ci costringe ad una sempre più titubante sfiducia nei suoi confronti.
Il sistema come oggi noi lo intendiamo di governare il piccolo comune o una nazione sembra essere fallito. Questo impone un confronto, purché scevro da interessi personali, per un civile cambiamento planetario attraverso nuovi metodi che una rinata, riscritta, rielaborata, riconcepita e magari benedetta politica dovrebbe adottare.
Sapete a quanto ammonta l’arsenale nucleare? Le testate nucleari sarebbero oltre 15.500, ossia Usa 6.970, Russia 7300, Francia 300, Cina 260, GB 215, Pakistan 130, India 120, Israele 80, Nord Corea 8.
Questi numeri ci indicano il perché il nostro grado di civiltà, da uno a dieci è uno. E repetita iuvant, sì, la politica nuoce gravemente.
Ciò nonostante, c’è chi ancora si adopera, e meno male, nel predicare ai governati I’ vo cercando pace, pace, pace.
Ma quando lo spirito soffre è perché il cervello di “qualcuno” è malato.