Quando si vende casa occorre fare attenzione alle spese o alle imposte che eventualmente occorre versare. Vediamo quali
Vendere una casa comporta una serie di obblighi fiscali che il venditore deve considerare attentamente per evitare sanzioni e sorprese fiscali. Le imposte da pagare dipendono da vari fattori, tra cui la tipologia dell’immobile, il tempo di possesso e l’eventuale plusvalenza realizzata con la vendita.
Partendo dalla tassazione sulla plusvalenza precisiamo che si tratta della differenza tra il prezzo di vendita dell’immobile e il prezzo di acquisto o il valore di costruzione, comprensivo di eventuali costi sostenuti per migliorie documentate. Se la casa viene venduta a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto, il guadagno può essere soggetto a tassazione.
Tuttavia, la plusvalenza non è sempre tassata. È esente da imposte nei seguenti casi:
- Se l’immobile è stato posseduto per più di cinque anni.
- Se è stato adibito ad abitazione principale del venditore o dei suoi familiari per la maggior parte del tempo tra l’acquisto e la vendita.
Se invece la plusvalenza è imponibile, il venditore può scegliere tra due regimi di tassazione:
- Tassazione ordinaria: il guadagno viene incluso nel reddito complessivo e tassato secondo le aliquote IRPEF.
- Imposta sostitutiva: aliquota fissa del 26% da applicare direttamente alla plusvalenza, da richiedere al notaio al momento dell’atto di vendita.
Per quanto concerne le imposte di registro, ipotecaria e catastale, di norma, queste imposte sono a carico dell’acquirente. Tuttavia, in caso di vendita di un immobile acquistato da un’impresa costruttrice entro cinque anni dalla costruzione o ristrutturazione, il venditore deve versare l’IVA, il cui importo dipende dalla categoria catastale dell’immobile (10% per gli immobili ordinari, 4% per la prima casa, 22% per gli immobili di lusso).
Altre spese cui fare attenzione in caso di vendita di una casa sono i costi dovuti per la parcella del notaio, qualora siano a carico del venditore, eventuali penali per estinzione anticipata del mutuo comminate dalla banca e spese per certificatorie obbligatorie come l’APE (attestato di prestazione energetica).
Manuela Margilio