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Arte & Cultura

Poveglia, l’isola degli orrori di Venezia

Poveglia è un’isola della laguna di Venezia, posta a sud, di fronte a Malamocco lungo il Canal Orfano. Nota alle cronache per le leggende ad essa legata nel 2014 è stata oggetti di visita da parte di un gruppo di investigatori paranormali alla ricerca di un presunto spirito maligno. Ma vediamo da dove nasce questa convinzione. 

Leggenda narra che le onde che lambiscono le coste di questa piccola isola, portino spesso con sé resti di ossa umane, questo perché, con la prima epidemia di peste bubbonica in Europa, a Venezia il numero di morti e moribondi si fece molto alto, tanto che i cadaveri si accumulavano ed il fetore era insopportabile. 

Si rese perciò necessario prendere delle drastiche misure per arginare il problema così le autorità locali decisero di usare Poveglia come u vero lazzaretto per ammalati e cadaveri. 

I corpi pertanto vennero portati sull’isola e scaricati dentro fosse profonde oppure bruciati su roghi. 

Coloro che mostravano i primi segni di malattia venivano portati via dalla propria abitazione con urla strazianti e portato nell’isola dove veniva gettato nelle fosse dei cadaveri in decomposizione e lasciati morire di agonia. 

Il suolo dell’isola combinato con i resti carbonizzati dei cadaveri ha formato uno strato di cenere vischiosa sul terreno che al calore del sole si secca dando vita ad una polvere sottile che penetra nei polmoni quando sollevata dal vento. 

Parte dell’isola quindi è composta da resti umani e ad oggi l’isola è evitata dai pescatori vista la elevata possibilità di tirare su le spoglie di qualche cadavere. 

Nel 1922 sull’isola fu costruito un ospedale psichiatrico, qui i pazienti cominciarono a riferire di vedere i fantasmi della peste e sentire dei mormorii che uscivano dalle pareti. 

Questi racconto tuttavia non vennero presi in considerazione perché le persone erano mentalmente instabili. 

Fu quando il medico che lo gestiva cominciò a vedere le vittime della peste e tentò il suicidio che l’ospedale venne chiuso anche per i trattamenti a cui erano sottoposti i pazienti e da allora l’isola è rimasta disabitata. I gemiti e le urla che provengono da essa sono insopportabili e l’unico sprovveduto che ha tentato di visitarla si è sentito urlare “vada via e non torni mai più”.

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