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Pene più severe per chi maltratta gli animali

Negli ultimi mesi le cronache hanno riportato una serie di notizie sul maltrattamento degli animali e sembra non accennino a diminuire.
In questo l’Italia non è seconda a nessuno, evidentemente le poche leggi in vigore e i vari Trattati internazionali non sono sufficienti per fermare questo barbarico animalicidio.
Ne ricordiamo qualcuno: a Priolo, un comune della provincia di Siracusa, è stato ucciso un cane legandolo con una catena ad un’auto e trascinato sino a farlo morire. A Torino, Carabinieri e Polizia hanno smantellato un’organizzazione dedita al traffico illecito di cuccioli.
A Ragusa, una mucca “imbizzarrita” è stata uccisa per strada, a colpi di pistola dalle forze dell’ordine.

Per un “vuoto legislativo”, a Monza, alcuni cani, vissuti otto anni in una famiglia che li aveva adottati, dopo che erano stati sequestrati per maltrattamento, rischiano di ritornare all’allevatore che li maltrattava.
In Val Camonica (Brescia), con una recente sentenza, che vedeva imputati due mascalzoni rei di aver ucciso a bastonate un povero cane, un giudice ha ritenuto assolvere gli imputati “perché il fatto non sussiste”.
Una donna della città di Erba, sedicente educatrice, dopo aver adottato un cane, volendosene sbarazzare lo ha portato in Svizzera per sottoporlo ad eutanasia.
A Roma, un signore che ha dichiarato di odiare gli animali, ha sparato in bocca al proprio gatto.

Nel momento in cui scriviamo vengono segnalate decine e decine di cani  abbandonati nelle strade, alla fine dell’estate saranno migliaia. Ci sono, inoltre, diverse tradizioni religiose dove il sacrificio a Dio, secondo questi pseudo credenti, è immolare animali e, ovviamente, imbandire tavole luculliane.
Nel Varesotto, a Besnate, in un’apicoltura, sono stati trovati morti avvelenati circa un milione di insetti.
A Gioia Tauro (RC), i Carabinieri della Forestale e gli agenti della Polizia ecozoofila hanno scoperto un canile lager che ospitava oltre 400 cani.
In Italia, le condanne per maltrattamento degli animali sono ridottissime: abbiamo il patteggiamento, le attenuanti generiche, il rito abbreviato, non si sconta neanche un giorno se la condanna è sino a tre anni di carcere! Pertanto, se si vuole fermare questa orrenda realtà è necessario  inasprire le leggi sui maltrattamenti degli animali.  

Ci ha pensato il  Partito Animalista Italiana che ha presentato una nuova proposta di legge per combattere il maltrattamento, l’uccisione e l’abbandono degli animali con pene più severe. Dunque: “Per chi con crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da 25.000 a 50.000 euro”. “Per chi con crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a cinque anni e con la multa da 20.000 a 30.000 euro”. Medesima pena “Per chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate, ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
Inoltre, il Partito Animalista Italiano ha inserito nella proposta di legge sanzioni amministrative, e cioè: sospensione della patente di guida, della licenza di porto d’armi, del passaporto, del permesso di soggiorno se cittadino extracomunitario e non ultimo sospensione delle agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi già concessi dalla Pubblica Amministrazione.

Bruno Cimino

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