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Ambiente & Società

Pasqua tra storia e tradizioni

by Bruno Cimino

Il termine “Pasqua” deriva dal greco pascha e dall’aramaico pasah che vuol dire “passare oltre”, quindi “passaggio”. Se gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione, per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

Tuttavia, andando alle origini, la Pasqua ebraica era legata all’attività agricola e si festeggiava la raccolta dei primissimi frutti della campagna. 

Nella fede cristiana con la Pasqua si celebra la Resurrezione di Gesù Cristo e la si interpreta come la vittoria di Cristo sulla morte.

A differenza di altre festività, la Pasqua non ha una data fissa, varia di anno in anno e quella ebraica non coincide con quella cattolica fissata nella domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Questo metodo, basato sul calendario lunare, rende la data variabile tra il 22 marzo e il 25 aprile. 

È stato con il Concilio di Nicea del 325 che si decise di celebrarla nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola, appunto, nella domenica che segue il plenilunio di primavera. Quest’anno la celebrazione cade il 20 aprile.

Entrando in merito alle tradizioni, quella di consumare l’agnello a Pasqua deriva dalla Pesach, la Pasqua ebraica e fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di Israele che li avrebbe liberati dalla schiavitù in Egitto dicendo “In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano”. Ordinando, così, al popolo d’Israele di marcare le loro porte con del sangue d’agnello in modo che lui fosse in grado riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. 

Con il Cristianesimo, il simbolo dell’agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione.

Tali consuetudini oggi sono anacronistiche oltre che prive di sentimenti.

La tradizione “laica” per eccellenza è quella dell’uovo di Pasqua che risale ai primi cristiani i quali pitturavano le uova di rosso, per ricordare il sangue di Cristo, e le decoravano con croci o per simboleggiare che dall’uovo nasce la vita, dunque veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua. 

Le uova di cioccolato, sembra siano nate per mano di alcuni pasticceri della corte di Luigi XIV, ma le si fanno anche risalire ad alcuni maestri cioccolatai torinesi all’inizio del ‘900; altri ancora all’orafo e gioielliere russo Peter Carl Fabergé, che nel 1887 fu incaricato dallo zar Alessandro III di realizzare un uovo sfarzoso da regalare alla zarina Marija.

L’uovo di Pasqua, comunque ha dato via in tutto il mondo a molti e differenti tradizioni.

In Romania c’è addirittura il campionato di uova dipinte; in Svezia gli abitanti decorano le loro case con rami di salice o di betulla e mangiano uno smörgåsbord, una specie di buffet composto da vari piatti. In Germania le celebrazioni pasquali cominciano il giovedì santo, chiamato « Gründonnerstag», e consistono nell’allestimento di alberi dove si appendono uova colorate «Osterstrauch». In Finlandia troviamo le credenze sugli gli spiriti maligni che, per scacciarli vengono accesi  grandi falò, nelle case i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato che i genitori hanno nascosto.

In alcuni paesi italiani, ma anche in Spagna si organizzano processioni e rappresentazioni teatrali che fanno rivivere le stazioni della via crucis di Cristo. 

Altra tradizione è la benedizione di Pasqua (ma anche a Natale) urbi et orbi del Papa “a tutto il mondo per l’assoluzione dei peccati.

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