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Ambiente & Società

Non dare i soldi all’altro coniuge fa scattare il reato di maltrattamenti

si configura il reato di maltrattamenti in famiglia anche in caso di negazione del sostegno economico al coniuge che ne è privo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1268 del 2025, ha affrontato il tema del reato di maltrattamenti in famiglia (previsto all’art. 572 del codice penale), con particolare attenzione alla violenza di tipo econmico all’interno del rapporto coniugale. La decisione sottolinea che non solo le aggressioni fisiche o verbali, ma anche condotte oppressive di natura economica possono integrare il reato di maltrattamenti nei confronti del coniuge o convivente.

Sul punto la Corte di Cassazione ha stabilito che un coniuge può essere ritenuto penalmente responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia se attua condotte sistematiche finalizzate a impedire all’altro di raggiungere l’indipendenza economica. Questo può avvenire attraverso:

  • Divieti o ostacoli a svolgere un’attività lavorativa, negando l’autonomia economica del coniuge.
  • Imposizione unilaterale di scelte economiche nella gestione familiare senza il consenso dell’altro partner.
  • Privazione delle risorse finanziarie necessarie per una vita dignitosa.
  • Controllo ossessivo delle spese con finalità di limitazione della libertà personale.
  • Strumentalizzazione del denaro per esercitare un potere coercitivo e umiliare l’altro coniuge.

La sentenza si inserisce in un filone giurisprudenziale che riconosce la violenza economica come una forma di abuso domestico. I Giudici Supremi hanno ribadito che la dipendenza economica forzata può creare una condizione di prostrazione psico-fisica nella vittima, al pari della violenza fisica o psicologica.

Se accertata, la violenza economica può portare alla condanna per il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.), che prevede pene detentive severe (da 3 a 7 anni di reclusione, aumentabili in caso di lesioni gravi o permanenti). La decisione della Cassazione rafforza la tutela della vittima, ampliando il concetto di maltrattamenti oltre la sola violenza fisica.

Questa sentenza segna un importante passo avanti nella tutela dei diritti delle vittime di violenza domestica, riconoscendo che il controllo economico può essere un potente strumento di coercizione e oppressione.

Manuela Margilio

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