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Nomisma, un nuovo paradigma di abitare

Sono 3,5 milioni le famiglie alla ricerca di un abitare arricchito. È quanto emerge dall’ “Indagine Nomisma 2022 sulle famiglie italiane”

‘Abitare semplificato’ non ha più senso, cambia il concetto di “abitare sociale”, perde il senso filosofico di un tempo, incapace di caratterizzare le proposte sul campo. Per il Centro Studi Nomisma è necessario un nuovo paradigma: l’“abitare arricchito” per guardare alle diverse forme di vulnerabilità (economiche, sociale, dell’abitare) e alle altre componenti (relazionali, intergenerazionali, di comunità, di contesto), al fine di giungere a “una risposta credibile per le domande complesse delle famiglie italiane”. È questo uno dei punti di forza che emerge dall’“Indagine Nomisma 2022 sulle famiglie italiane” presentata recentemente. L’abitare deve riconnettersi a una più solida visione antropologica perché si giunga a una maturata transazione dal “contenitore” (Casa) ai “contenuti” (Abitare). Il tutto considerato come l’attuale congiuntura evidenzi una chiara ripresa del mercato residenziale in tutte le sue componenti.

Analisi del settore

«Cambiano anche i contratti di affitto, dopo due anni di calo, tornando a crescere: sono 5,6% le famiglie italiane – si legge nel Documento – che per Nomisma hanno fatto ricorso a un affitto superiore ai 6 mesi nel 2022 rispetto al 4,2% del 2021. La scelta relativa all’affitto è considerata dal 58,7% delle famiglie italiane l’unica opzione percorribile considerata la mancanza di risorse economiche a disposizione. Non manca però la componente familiare che non desidera impegnarsi in un investimento oneroso. Sono il 15,3% delle famiglie. La domanda di casa vive ancora, per il Centro Studi bolognese, di un retaggio legato a una rappresentazione del ciclo d’oro immobiliare. I dati dell’Indagine Nomisma 2022 evidenziano, rispetto allo scorso anno, una più marcata consapevolezza da parte delle famiglie che il Paese dovrà affrontare situazioni di difficoltà, in particolare nel 2023, anche per l’accumularsi del debito pubblico. Migliorano – riporta lo studio di Nomisma – le condizioni economiche e reddituali delle famiglie rispetto al 2021. È in crescita la quota di famiglie che giudica il proprio reddito adeguato a far fronte alle spese primarie: dal 28,2% del 2021, al 35,5% del 2022. Al contempo si assottiglia la componente che considera inadeguato il proprio reddito. Lo scorso anno rappresentava il 20,9%, nel 2022 il 15,8%. Quasi la metà degli italiani ritiene “appena sufficiente il proprio reddito”: 48,6% nel 2022, 50,9% lo scorso anno».

Francesco Fravolini

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