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Arte & Cultura

Musica, ‘La disciplina del sogno’ regala emozioni

L’album è disponibile dal 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme digitali. A firmare le musiche è il cantautore e poeta toscano Giovanni Luca Valea

‘La disciplina del sogno’ regala emozioni, evidenziando la struttura artistica musicale del cantautore. L’album, disponibile dal 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme digitali, è del cantautore e poeta toscano Giovanni Luca Valea. Anticipato dal singolo Colibrì, in radio e sui digital stores dal 25 novembre, ‘La disciplina del sogno’, distribuito da La Stanza Nascosta Records, è il secondo lavoro in studio di Valea. La copertina dell’ep è un bozzetto del pittore Paolo Staltari. Il suo discorso poetico-musicale travalica ogni confine di genere, confluendo in un ritratto metatemporale e semanticamente policromatico, dominato dalle suggestioni pervasive del violino e sospeso tra umori umbratili e improvvisa redenzione luminosa. Con Giovanni Luca Valea vogliamo soffermare l’attenzione sulla figura del cantautore nella musica italiana del XXI secolo.   

Che ruolo assume il cantautore in questo periodo storico?

«Credo che un cantautore, in questo particolare periodo storico, non possa assumere un ruolo definito, preciso. Anzi, deve assolutamente rifuggire qualsiasi tipo di catalogazione e di classificazione, che non significa isolarsi sulla cima del monte, lontano da tutti. Fare canzoni – buone o cattive che siano – è una cosa normale, che non sarebbe particolarmente degna di attenzione se non avessimo bisogno di trovare qualcuno di teoricamente fuori da ogni logica. In questo caos non c’è da dare ordine, non c’è da tirare somme o da esprimere giudizi: non è più bello, non è migliore del resto del mondo. Un cantautore deve pensare soltanto a fare canzoni, a ricordarsi le parole quando canta e, se tutto va bene, ringraziare che qualcuno abbia speso parte del suo tempo ad ascoltare le sue questioni che, alla fine, sono sempre intime».

Quale messaggio vuoi lanciare con questo album? 

«Volevo principalmente raccontare certe storie, con un po’ d’egoismo – che forse è senso di sopravvivenza – per liberarmene. Il canto ha, dall’origine del mondo, un potere catartico. Quindi, lo confesso, io volevo liberarmi di certe presenze e, al contempo, ringraziarle per avermi tenuto compagnia così bene, con quell’affetto ambiguo che hanno solo le Muse. Poi, volevo migliorare la mia vita: sono disordinato, non riesco a trovare un ordine alla gioia – che per me è sempre sinonimo di libertà – e al dolore. Quindi ho pensato di scriverne, di tracciare una linea dalla quale ripartire dopo molta, molta sofferenza. Spero di aver fatto un lavoro quantomeno decente: conta molto, molto di più di ciò che viene prima – che interessa, per una serie fortunata di coincidenze, quasi nessuno».

Link utili: 

IG: https://www.instagram.com/newskinfortheoldceremony/

Francesco Fravolini

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