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Comprare casa ai tempi del Covid-19

Quali sono le tendenze del mercato immobiliare durante il Coronavirus. Come la pandemia ha influito sull’acquisto delle case.

È un dato di fatto che la pandemia da Covid 19 abbia rivoluzionato il mercato immobiliare, sia nel nostro Paese che altrove.

La proverbiale passione degli italiani per il mattone non è venuta comunque meno, nonostante il momento difficile che sta attraversando l’Italia.

La domanda che in tanti si pongono è se, in questo scenario di emergenza sanitaria, in un clima di profonda incertezza, sia più conveniente acquistare casa o prenderla in affitto. La crisi economica che la pandemia si porta dietro ha inciso fortemente sulla situazione che si è venuta a creare ma nonostante questo, gli italiani guardano sempre con favore all’acquisto di una casa, soprattutto se destinata a divenire abitazione principale.

In questo periodo tra l’altro, in molti sono spinti ad acquistare un immobile grazie al mercato dei mutui particolarmente favorevole: i tassi di interesse dei mutui non sono stati mai così bassi e ci si aspetta che lo siano anche negli anni a venire. Non sarà dunque un elemento ostativo per comprare casa l’accesso al credito.

Già dai mesi di giugno e luglio, al termine della prima ondata di pandemia, le compravendite, sospese durante il lockdown per inattività dei professionisti, sono ricominciate a crescere. Le decisioni di coloro che erano intenzionati ad acquistare casa sono state semplicemente rimandate. Possiamo dunque guardare al futuro in chiave più ottimistica.

Ma diamo uno sguardo anche alla situazione in cui si trovano gli investitori. Questi ultimi, dopo un periodo di attesa, si stanno nuovamente muovendo ma il trend resta sempre in flessione. Fornendo qualche dato esemplificativo, riportiamo che nel primo trimestre del 2020 il 77,4% degli italiani ha acquistato un immobile da adibire ad abitazione principale, il 17% per investimento e il 5,6% ha acquistato una casa per le vacanze.

Si evidenziano acquisti di case con caratteristiche ben precise, tali cioè da essere adibite al lavoro da remoto. La spinta verso lo smart working comporta l’acquisto di un’abitazione non più necessariamente vicino al posto di lavoro.

Assistiamo anche ad un cambio della domanda per ciò che concerne la metratura dei locali, ricerca di abitazioni più ampie dotate di spazi esterni. L’aver trascorso molto tempo chiusi in casa ha fatto prediligere abitazione dotate di balconi, terrazzi e giardini. Sono invece calati gli acquisti di mono e bilocali.

Importanza crescente viene data agli strumenti tecnologici, nonché ai sistemi di areazione e condizionamento.

Non si assiste a grosse variazioni dei prezzi.

Manuela Margilio

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