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L’incredibile storia della GBLA

La “guerra dei sei giorni” e le navi mercantili nel canale di Suez

Il canale di Suez è bloccato da alcuni giorni da una grande nave mercantile incagliata, sono tantissime le navi rimaste bloccate a causa di questo “incidente” nello strettissimo passaggio. Malgrado non ci sembra di ricordare un accadimento simile non è la rima volta che si verifica. Ci sono dei periodi della storia che, spesso dimenticati nei libri di scuola, meriterebbero una menzione per i fatti curiosi che hanno generato…ma non si può studiare tutto, il tempo è poco. Uno di questi è testimoniato da una serie di francobolli che sono ricercatissimi dai collezionisti. Sono creati a mano e recano la sigla GBLA. Non si tratta di una nazione semisconosciuta, ma di un’associazione nata ad opera degli equipaggi delle navi rimaste bloccate nel canale di Suez in concomitanza alla Guerra dei Sei Giorni. Il canale, infatti, è stato artificialmente creato per garantire un collegamento diretto tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano attraverso il Mar Rosso, in modo da evitare di circumnavigare l’Africa. Tutte le navi mercantili che devono raggiungere o provenire dall’Asia passano per esso ed il suo controllo è nelle mani dell’Egitto. Nel 1967, quando scoppiò la cosiddetta “Guerra dei Sei Giorni” che coinvolse Israele e i paesi ad esso vicini, nel canale, che era nel bel mezzo dell’area di conflitto, c’erano parecchie navi mercantili di diverse nazionalità formanti un convoglio. Queste riuscirono ad arrivare ad un punto in cui il canale si allarga a formare una sorta di lago (Great Bitter Lake) ma qui rimasero bloccate nel mezzo del fuoco incrociato. Le navi ricevettero dall’Egitto l’ordine di gettare l’ancora dove si trovavano. Lo scontro armato terminò dopo pochissimo ma le tensioni diplomatiche si protrassero a lungo. L’Egitto, a scopo difensivo, bloccò completamente il canale, in modo che nessuna potenza ostile potesse entrarvi. Per avere la certezza che alcuno potesse attraversarlo fu riempito di detriti di ogni sorta. Il convoglio con navi di sei diverse nazioni (Regno Unito, Germania dell’Ovest, Polonia, Cecoslovacchia, Svezia, Francia, Bulgaria e Stati Uniti) rimase bloccato per così tanto tempo che la sabbia del deserto iniziò a “tingere” gli scafi e per questo venne chiamato Yellow Fleet (Flotta Gialla). Dopo tre mesi gli equipaggi riuscirono ad avere la possibilità di tornare a casa malgrado le navi dovessero ancora rimanere alla fonda. Però non potevano di certo essere abbandonate con il loro prezioso carico, per questo si reclutò personale supplementare da tenere a bordo. Il morale dei marinai iniziò ben preso ad infiacchirsi, i mesi passavano e vivevano in una sorta di condizione di prigionia, per questo venne fondata la Great Bitter Lake Association, col fine di organizzare la vita del convoglio. Quest’organizzazione aveva lo scopo di regolare le attività di scambio di merci tra le navi per garantire la sopravvivenza dei marinai, di fissare delle regole sociali di comportamento e allo stesso tempo organizzare attività ricreative per mantenere alto il morale dei marinai (vennero indette anche dei veri e propri giochi olimpici). L’associazione si dotò di un distintivo e di un vero proprio regolamento, riuscì perfino a produrre dei francobolli con la sigla GBLA…Solo otto anni dopo, nel 1975, le navi poterono lasciare il canale di Suez e la Great Bitter Lake Association produsse per l’occasione dei francobolli d’addio.

Glenda Oddi

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