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Lavoro & Economia

Le nuove frontiere della crisi energetica

Preoccupano la crisi energetica e il rincaro dei prezzi. I costanti aumenti sono riconducibili a diversi fattori economici, ambientali, sociali che probabilmente destinati a riproporsi nei prossimi anni. Il report dell’Economist è chiaro: siamo nella “prima crisi energetica dell’era verde”

Il mondo dell’energia sta cambiando, i maggiori portavoce della sostenibilità ambientale e delle tematiche green sono i millennials e la generazione Z. Ed è proprio per questo motivo che è fondamentale che siano sempre più i giovani a ricoprire ruoli manageriali. C’è bisogno di esempi virtuosi per dimostrare che l’Italia è un paese in cui i giovani manager possono costruire, guidare, promuovere un business anche in questo settore.

Nuove frontiere economiche

Nikolaus Widmann, 29 anni (classe 1992), altoatesino di nascita e berlinese di adozione, sta scrivendo questa storia: quella di un giovane che con lo studio, il duro lavoro, l’intraprendenza e un business plan ambizioso ha ottenuto la fiducia di Elevion Group, gruppo internazionale da 600 milioni di euro di fatturato, per fondare e guidare Inewa(https://www.inewa.it/), la nuova ESCo (Energy Service Company) che dal luglio 2020 opera sul mercato italiano per contribuire concretamente alla transizione energetica del nostro Paese. «Non è tanto il mercato che deve cambiare – commenta Nikolaus Widmann – quanto il modo in cui produciamo energia. Abbiamo bisogno di più energia verde, prodotta con le risorse che abbiamo nel nostro Paese, a cominciare da fotovoltaico e biomasse, senza dimenticare le opportunità rappresentate in prospettiva dall’idrogeno. Inoltre, la produzione dovrà essere sempre più capillare e distribuita sul territorio. Mai come in questa fase deve essere chiaro che la transizione verso un’economia a basse emissioni, alimentata da energia green, rappresenta l’unica vera soluzione che abbiamo in Europa per rendere sempre più resilienti i nostri sistemi produttivi. Sono convinto che sarà proprio il mercato dell’energia con le sue dinamiche ad alimentare questo processo. Dall’altra bisognerà intervenire anche sugli aspetti strutturali in cui agisce il mercato. Da questo punto di vista sappiamo che è necessario ottimizzare e rendere smart la rete di distribuzione dell’energia elettrica, senza dimenticare di realizzare sistemi condivisi di storage per superare i rischi di variabilità e intermittenza nella produzione. Tutto questo, però, non sarà sufficiente se non saremo in grado di ridurre significativamente i consumi e gli sprechi di energia. Per questo bisogna assolutamente continuare a sostenere l’efficientamento energetico degli edifici e degli impianti produttivi, perché non esiste kWh più sostenibile di quello risparmiato. Il fotovoltaico è una delle principali leve che abbiamo in Italia e in Europa per decarbonizzare il mix elettrico e far avanzare la transizione energetica. Secondo gli scenari attuali, il fotovoltaico può arrivare a garantire al nostro Paese una produzione di 73 TWh/a entro il 2030, pari al 39,1% da produzione elettrica attesa da fonti rinnovabili, ma secondo me si tratta di un obiettivo piuttosto conservativo. Ogni azienda, ogni industria, ogni condominio e ogni edificio coprirà parte dei propri consumi elettrici con un impianto fotovoltaico, che consentirà di produrre energia pulita in modo autonomo e indipendentemente dai prezzi di mercato. Per questo noi di Inewa condividiamo una visione più ambiziosa: raddoppiare le installazioni fotovoltaiche rispetto agli scenari attuali per arrivare a produrre oltre 140 TWh all’anno di energia pulita entro il 2030. Molto dipenderà – conclude Nikolaus Widmann – da come e per quanto tempo saranno incentivate le nuove installazioni; noi continueremo ad investire in questo settore per aiutare i nostri clienti e partner a realizzare la propria personale transizione energetica, al fine di contribuire a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 e 2050». 

Francesco Fravolini

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