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Le formiche possono rivelarsi un alleato naturale per un’agricoltura sostenibile

Nel mondo della natura, le formiche si muovono con disciplina e coordinazione, lasciando dietro di sé tracce invisibili che possono cambiare il futuro dell’agricoltura. Secondo gli studi condotti dalla biologa Ida Cecilie Jensen dell’Università di Aarhus in Danimarca, questi piccoli insetti possiedono un’arma segreta: microrganismi antibiotici che, depositati lungo il loro cammino, possono proteggere le colture da patogeni e parassiti. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il modo in cui combattiamo le malattie agricole, offrendo un’alternativa naturale ed efficace ai pesticidi chimici. Con una popolazione stimata di 20 quadrilioni di formiche sulla Terra, l’idea di sfruttare il loro comportamento per migliorare la resa agricola non è più un’utopia, ma una possibilità concreta.

L’emergenza dei patogeni agricoli e il ruolo delle formiche

Le malattie delle piante causano ogni anno perdite economiche per centinaia di miliardi di dollari, compromettendo fino al 40% della produzione agricola globale. Il cambiamento climatico ha aggravato il problema, favorendo la diffusione di patogeni sempre più resistenti. Tradizionalmente, gli agricoltori si sono affidati ai pesticidi sintetici per contrastare queste minacce, ma l’uso massiccio di tali sostanze ha generato nuovi problemi: impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente, oltre alla crescente resistenza dei patogeni ai trattamenti. Qui entrano in gioco le formiche. Gli studi condotti da Jensen dimostrano che le colonie di formiche del legno e tessitrici possono ridurre significativamente la diffusione di malattie nelle piante. Nei frutteti danesi, ad esempio, la ticchiolatura del melo è diminuita del 61% grazie alla loro presenza, con un raddoppio della produzione di frutti sani. In Senegal, le formiche tessitrici hanno dimostrato di contrastare efficacemente l’antracnosi del mango, una malattia fungina che colpisce pesantemente i raccolti.

Come le formiche combattono le malattie agricole

Il meccanismo con cui le formiche proteggono le colture è multifattoriale. In primo luogo, il loro corpo produce acido formico, una sostanza con proprietà disinfettanti naturali. Inoltre, nutrendosi delle spore dei patogeni, contribuiscono a ridurre la loro diffusione. Ma il vero punto di svolta è rappresentato dai microrganismi benefici che si annidano sulle loro zampe e sui loro corpi, lasciati sulle piante mentre le formiche si spostano alla ricerca di cibo. Questi microrganismi hanno effetti antimicrobici che possono ostacolare lo sviluppo di batteri e funghi patogeni. Grazie a questa interazione, le formiche non solo proteggono le piante da malattie esistenti, ma possono anche prevenire la comparsa di nuove epidemie agricole.

Dalla ricerca alla pratica: il modello AgroAnt

Jensen non si è limitata alla ricerca accademica. Nel 2022 ha fondato AgroAnt, una startup che propone un nuovo modello di protezione biologica per gli agricoltori, offrendo colonie di formiche come alternativa ai pesticidi chimici. Invece di introdurre specie alloctone, AgroAnt si concentra sul potenziamento delle popolazioni di formiche già presenti nei frutteti, facilitandone la diffusione con strategie mirate: costruzione di ponti di corda tra gli alberi e fornitura di estratti zuccherini per incentivare la loro proliferazione. Questa soluzione potrebbe rappresentare una svolta per gli agricoltori europei e nordamericani, dove l’uso delle formiche come agenti di controllo biologico non ha ancora preso piede su larga scala, nonostante i precedenti successi in Asia e Africa.

Sfide e prospettive future

Non tutti gli esperti concordano sulla fattibilità della diffusione delle formiche nell’agricoltura moderna. Alcuni sostengono che le tecniche di biocontrollo esistenti, come l’uso di oli naturali o bicarbonato di sodio, siano già efficaci e più facili da implementare. Altri sottolineano il rischio che l’introduzione di nuove colonie di formiche possa alterare gli equilibri ecologici o favorire la proliferazione di afidi, insetti con cui le formiche condividono una relazione simbiotica. Jensen, tuttavia, è convinta che i benefici superino i rischi, a patto che le specie di formiche impiegate siano autoctone e gestite correttamente. Il vantaggio economico è un ulteriore incentivo: con il costo dei pesticidi in continua crescita, l’uso di formiche potrebbe rappresentare un’opzione più accessibile e sostenibile.

La battaglia contro i parassiti e le malattie agricole potrebbe avere un nuovo alleato: le formiche. Questi piccoli insetti, spesso considerati fastidiosi, potrebbero invece diventare protagonisti di un’agricoltura più sostenibile e resiliente al cambiamento climatico. Se la ricerca confermerà ulteriormente il loro potenziale, non sarà sorprendente vedere un futuro in cui i frutteti e le coltivazioni saranno protetti non da pesticidi chimici, ma da un esercito naturale di formiche in marcia

Riccardo Pallotta©

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