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Ambiente & Società

Laura Tenuta incontra Andrea Biondo

conversando sulla nota lenticchia di Ventotene

“L’agricoltura è l’attività principale che regola lo scambio tra uomo e ambiente, a partire dalla produzione di
cibo. L’agricoltura nei millenni ha plasmato la cultura e le tradizioni delle comunità locali italiane, ne ha
scandito i ritmi di lavoro e i giorni di festa, ha disegnato i territori e il paesaggio”. Così recita il Manifesto
della nuova agricoltura di Legambiente.
Andrea Biondo, classe ‘70 imprenditore agricolo di Ventotene.
In famiglia, già si forma in campagna, ritrovandosi dapprima nella distribuzione
alimentare poi produzione di lenticchia, quella famosa di Ventotene.
Difficile imbattersi nelle istituzioni, strozzature burocratiche, leggi troppo rigide, a
tutt’oggi non è riuscito a fare del suo prodotto un prodotto DOP, stesso dicesi per il
Marchio della Riserva, garanzia soprattutto per il consumatore.
Ad aggiungersi, i cambiamenti climatici che incidono sulla regolarità della
produzione, arrivando così ad avere un rendimento di 50/60 quintali su 10 ettari di
terreno-
Cosa chiede Andrea alle ‘istituzioni?
Supporto per le piccole realtà, deroghe, rivisitazione di quelli che sono i parametri
generali come ad esempio il poter partecipare ai PSR regionali che richiedono un
minimo di 15 ettari. La regione Lazio, non ha programmato, progettato, pianificato
finanziamenti da erogare alle piccole realtà come è questa meravigliosa isola del
Tirreno!
Ventotene è una piccola isola cosicchè, anche la stessa macchinizzazione, diviene
difficile: campi non limitrofi ma a macchia di leopardo, senza poter attuare un
ricongiungimento fondario.
Altro problema, lo spopolamento dell’isola, durante l’inverno, che comporta il non
garantire lavoro ai residenti, una maggiore competitività ed un piano ben strutturato
potrebbero assegnare posti da settembre a metà luglio (ciclo produttivo della
lenticchia).
Importante, al di là della passione la necessità di difendere le tradizioni e l’identità
del territorio, anche dal punto di vista pragmatico, proponendo combinazioni che
riscattino gli antichi sapori.

Ma cosa ha di particolare, questo fiore all’occhiello, non solo ventotenese, bensì
italiano?
La lenticchia di Ventotene, possiede buccia tenera, alto contenuto in ferro grazie a
terreni di origine vulcanica, interno arancione.
La scrivente “Caro Governatore Nicola Zingaretti, non lasciare che il nostro paese,
paese europeo che ha il maggior numero di prodotti DOP, sia carente in uno dei nostri
punti di forza: l’agricoltura”. Al di là del trambusto che state vivendo con l’attuale
crisi di Governo, deleghi gli specialisti preposti, affinchè qualcosa si smuova.
Con altri fiori all’occhiello, come il lardo di Colonnata, i capperi delle Isole
Eolie,l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto San Daniele e molti altri, potrebbe
sposarsi la lenticchia di Ventotene!”
Per concludere parola al fondatore di Slow Food Carlo Petrini, mutuando un suo
pensiero espresso durante una conferenza tenuta all’Università della Svizzera
italiana “Il futuro è nelle mani del contadino locale non delle multinazionali”

Testo Laura Tenuta

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